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Genova ricorda Guido Rossa – 23 gennaio 2015

GENOVA RICORDA GUIDO ROSSA

Anche quest’anno sono tante le iniziative che a Genova hanno ricordato il sacrificio di Guido Rossa. In Ilva a partire dalle 9 del mattino si sono alternati diversi interventi: Enrico Vesco Assessore della Regione Liguria, Antonio Perziano Segr. Organizzativo SPI CGIL Genova e Liguria, Gianni Barabino collega e amico di Guido, Don Molinari Cappellano del lavoro, Rosario Rappa Segretario Nazionale FIOM. Proprio in questa occasione il sindaco di Genova Marco Doria ha annunciato alla città che la strada a mare del ponente genovese che sarà inaugurata nel prossimo febbraio sarà intitola a Guido Rossa. A seguire, si è svolta alle ore 10.00 la cerimonia voluta dal Comune di Genova presso il Cippo nei giardini di Via Fracchia dove Rossa è stato ucciso. Alle 11.30 in Camera del Lavoro, il sacrificio di Rossa è stato ricordato da Elena Bruzzese Segretaria della Cgil di Genova, da Giuseppe Piero Fossati già Commissario straordinario della Provincia di Genova, da Stefano Bernini Vice Sindaco del Comune di Genova. Erano presenti gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Certosa e dell’Istituto Bergese che sono stati omaggiati della cartolina commemorativa ricavata dal quadro di Angelo Baghino dal titolo “ Anche chi subisce può scrivere la storia”. Lo scorso anno, nel trentacinquesimo dalla scomparsa di Rossa, la cartolina è stata oggetto di annullo filatelico speciale di Poste Italiane in tiratura limitata, con il timbro dedicato a Guido. Per finire, alle ore 12, Cgil Cisl Uil hanno deposto una corona di fiori presso il cippo di Largo XII ottobre a Rossa dedicato.

Di seguito si allega la scaletta in bozza dell’intervento di Elena Bruzzese segreteria confederale Camera del Lavoro di Genova

Domani, 24 gennaio sono 36 dall’assassinio di Guido Rossa, operaio dell’Italsider, sindacalista della CGIL, militante del PCI. Rossa pagò con la vita la scelta di schierarsi dalla parte della legalità a difesa della democrazia denunciando pubblicamente il terrorismo e le sue infiltrazioni nelle fabbriche.

Gli anni ‘70 furono anni di grandi trasformazioni, dalle conquiste del mondo del lavoro con lo Statuto dei lavoratori, alla conquiste civili per il paese con la legge sul divorzio e l’aborto, al diritto allo studio; riforme importanti, accanto alle quali vi furono anche  fatti tragici  con stragi  e attentati. L’atteggiamento diffuso di quegli anni era di indifferenza ed equidistanza nei confronti del terrorismo: era proprio questo il punto di forza delle BR; magari non se ne condividevano i mezzi, ma si ritenevano plausibili i fini. La posizione della CGIL è però sempre stata netta: “il terrorismo era un nemico mortale della classe operaia”. Con il gesto di Guido Rossa si mise fine a quest’area grigia. Il suo atto rese esplicita e trasparente la scelta di considerare il terrorismo come il nemico dei lavoratori, della classe operaia e della democrazia. Un atto lucido, chiaro e coerente che portò ad una consapevolezza nel paese, individuare nel terrorismo il nemico che andava combattuto senza alcuna ambiguità. Il suo fu in gesto altamente politico che ci insegna ancora oggi quanto è importante l’esercizio della responsabilità individuale nello svolgimento del proprio ruolo e delle proprie funzioni, in un Paese, allora come oggi, in cui spesso ciò non accade.

Il modo migliore per commemorare Guido Rossa è rimettere al centro il lavoro. Oggi molte delle conquiste di quegli anni sono messe in discussione. Il nostro Paese sta attraversando ormai da anni una gravissima crisi economica. Ma non possiamo accettare la filosofia per la quale l’unica soluzione per uscirne sia l’attacco ai diritti dei lavoratori.

In questi ultimi mesi la CGIL è scesa in piazza con una grande manifestazione nazionale (25 ottobre) e con 2 scioperi generali (uno territoriale e uno nazionale) 14 novembre, 12 dicembre proprio per contrastare l’attacco ai diritti di lavoratori, precari, giovani e pensionati e contro l’attacco allo Statuto dei lavoratori, contro la legge di stabilità, contro i tanti tagli agli Enti Locali che si traducono in tagli allo Stato Sociale (mezzi di trasporto, formazione, sistema sanitario).

La Cgil è sempre stata e sempre sarà in campo su questi temi, con l’obiettivo di difendere e migliorare le condizioni di vita di giovani, precari, lavoratori e pensionati.

Valori per i quali Guido Rossa è andato incontro alla morte e questo è appunto l’esempio di modernità che il suo sacrificio porta con sé.

Guido Rossa ha consegnato il suo insegnamento a tutti noi, perché la battaglia per la democrazia non è mai vinta una volta per sempre.

23 gennaio 2015