I toni trionfalistici del Presidente di Costa Edutainment Spa Beppe Costa e del presidente di Porto Antico di Genova Spa Mauro Ferrando circa la nuova riapertura della Città dei Bambini purtroppo non tengono conto della ferita aperta dei dipendenti lasciati a casa nella cessione della struttura all’Acquario.
La riapertura di un luogo così prezioso per la città non può che essere accolta con favore ma non si può cancellare con un colpo di spugna il fatto che le lavoratrici e i lavoratori sono rimasti a spasso.
La vicenda nasce nel 2020 allo scoppio della pandemia, quando la Città dei bambini viene chiusa e i dipendenti posti in cassa integrazione.
A novembre 2020 la struttura viene ceduta alla Costa Edutainment “libera da cose e persone” e dopo alcuni mesi i lavoratori sono stati licenziati da Festival della Scienza, loro datore di lavoro. Nonostante Filcams Cgil e Uiltucs Uil si siano attivate su tutti i fronti per far sì che i quattro lavoratori part time venissero riassunti, nessuna delle Società coinvolte né l’amministrazione comunale hanno fornito risposte concrete.
Risulta impossibile comprendere come un investimento di oltre 4 milioni di euro, equamente ripartiti tra Porto Antico di Genova e Costa Edutainment, che avrà in gestione la struttura fino al 2036, non contempli il riassorbimento dei dipendenti.
Se la riapertura, come è stato dichiarato da Ferrando, è il modo migliore per festeggiare i 30 anni del Porto Antico, è opportuno ricordare che coloro che per molti anni ci hanno lavorato contribuendo con dedizione e passione, non potranno festeggiare con la città.