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Sei anni fa la Central Group, multinazionale thailandese proprietaria del marchio “Rinascente”, decideva che Genova non era più strategica perché tutti gli indici della città erano negativi ed evidenziavano una situazione di stagnazione economica.
Il prossimo 4 novembre ricorreranno sei anni dalla chiusura della Rinascente a Genova. In quella data, nel 2018, la vita di oltre 100 lavoratrici e lavoratori, tra dipendenti diretti e indotto, è cambiata profondamente lasciandoli nella difficile condizione di non avere più un
salario, un posto di lavoro, la possibilità per madri e padri di famiglia, di giovani e meno giovani, di poter condurre una vita normale aggiungendo quella complessità alla già difficile condizione della vita di tutti i giorni. Dopo altre importanti chiusure nel centro della città ma non solo, ad esempio FNAC, Camisasca, Scarpe & Scarpe, questo era un segnale pesantissimo che determinava l’aggravarsi della crisi dal punto di vista commerciale nella City. La Cgil aveva fatto il possibile per evitare quella situazione e le rappresentanze sindacali unitarie, con lavoratrici e lavoratori, avevano fatto di tutto per rendere il meno difficile possibile una situazione gravissima appena mitigata dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Al tempo erano state coinvolte le istituzioni, Regione e Comune su
tutte, ma questo non evitò l’addio da parte dello storico marchio che iniziò la propria attività proprio a Genova, se non l’impegno dell’impresa a proporre il trasferimento in sedi fuori regione, accettato peraltro solo da pochi per via della condizione familiare e
delle difficoltà di mantenersi fuori casa. E’ di questi giorni la notizia che anche il Moody abbandona Genova e lascia a casa i propri dipendenti. Dopo l’inizio d’incendio del settembre scorso nei sotterranei, per fortuna senza conseguenze per le lavoratrici, la Filcams Cgil aveva richiesto l’utilizzo temporaneo delle ferie e l’attivazione immediata degli ammortizzatori sociali. La società che ha acquisito il locale dopo il fallimento di Qui Group fa capo ad una holding svizzera che ha messo da parte la possibilità di riaprire in
tempi brevi e trovare nuovi investitori utili a coprire i costi, ed ha scelto la scorciatoia più veloce e più drammatica, chiudere definitivamente e trasferire tutte le maestranze in locali sparsi in Italia. Siamo quindi di fronte all’ennesima chiusura e, purtroppo, dobbiamo registrare che in questi anni da parte delle istituzioni risposte concrete non ce ne sono state. Intanto è iniziato l’iter delle procedure per l’avvio dei lavori per insediare un grande magazzino del colosso Irlandese PRIMARK là dove c’era Rinascente: al Comune di Genova chiediamo di essere coerente con le promesse fatte sei anni fa e di lavorare per offrire la possibilità, a chi non si è ricollocato in modo autonomo, di essere impiegato in
questa azienda all’apertura del nuovo store e a farsi carico della vertenza che oggi coinvolge le maestranze Moody. Ci sembra il minimo per chi ha perso tutto e ancora oggi si misura con la difficile condizione di essere senza lavoro, come ci sembra importante un’attenzione più generale su quale strada prenderà il settore del commercio nella nostra città viste le tante difficoltà di un settore che deve affrontare i problemi derivanti dalla perdita di potere di acquisto dei salari dei cittadini, la concorrenza dei colossi dell’e-commerce che drena capitali fuori dai confini non solo cittadini, e nel settore della distribuzione alimentare, le continue aperture di supermercati che stanno portando ad una inevitabile chiusura di altri punti vendita.

Igor Magni Segretario Generale Camera del lavoro Genova

Nicola Poli Segretario Generale Filcams Cgil Genova