Green pass e mense aziendali. Filcams Cgil Genova: “Una situazione complessa che non si gestisce con una faq di specifica. Siamo molto preoccupati”
GREEN PASS MENSE AZIENDALI: IL GOVERNO FA TRASPARIRE LA MANCATA CONOSCENZA DI UN INTERO SETTORE.
Filcams Cgil Genova: “Una situazione complessa che non si gestisce con una faq di specifica. Siamo molto preoccupati”
Le precisazioni fornite dal Governo Draghi in merito all’obbligo di esibizione del green pass nelle mense aziendali fa emergere la mancata conoscenza di un intero settore produttivo del nostro Paese, caratterizzato da mense in appalto già in forte sofferenza a causa della pandemia e dello smart working che ha letteralmente decimato le presenze nelle mense aziendali, provocando un quasi irreversibile calo di pasti.
Sostenere l’obbligo del Green Pass per accedere alla mensa aziendale, implica una serie di criticità che questo governo non ha neppure lontanamente preso in considerazione.
Il governo Draghi si è limitato a declinare gli obblighi senza analizzare i metodi, senza assumersi la responsabilità delle conseguenze che tale decisione avrà sul settore della Ristorazione Aziendale.
La mensa aziendale è luogo strettamente connesso all’attività lavorativa, non è un ristorante o un luogo ludico ma una conquista sindacale che sta già rischiando di sparire, un luogo sicuro in cui i protocolli di sicurezza sono stati immediatamente messi in atto.
Ci sono più temi in ballo che non possono essere liquidati con una faq di specifica sul sito del Governo. Non c’è l’obbligo di vaccinazione sui luoghi di lavoro, ma si lede allo stesso tempo il diritto al pasto a chi non si vaccina. Per noi chi va a lavorare deve poter mangiare.
Poi c’è il tema del controllo del pass su cui il governo si è limitato a specificare che spetta al gestore del locale e al proprietario o legittimo detentore di luoghi o locali dove si svolge il consumo del pasto, nonché ai loro delegati.
Si apre uno scenario quindi tutto da chiarire perché si è volutamente fatto finta di ignorare che si sta parlando di un settore che, sia nel pubblico che nel privato, lavora nel 90% dei casi in appalto: chi dovrà quindi controllare? Sarà la committenza a dover verificare se il suo dipendente è in possesso di Green Pass o sarà l’azienda appaltatrice a farsi carico del controllo? E soprattutto: si pretenderà che siano cuochi o addetti mensa a fare da controllori? E con quale delega? Quale livello di inquadramento?
Non ultimo, il tema che riguarda la tenuta occupazionale di chi lavora in appalto in un settore già in forte crisi.
Pur ribadendo la necessità da parte di tutti di effettuare la vaccinazione anticovid come garanzia di salute pubblica, la Filcams Cgil denuncia questa situazione complessa e si dichiara estremamente preoccupata.
Ci si domanda, tra l’altro, quando il Governo Draghi vorrà affrontare il tema dello smart working insieme alle parti sociali, perché questo settore specifico, che occupa 20 mila persone in tutta Italia, ha la necessità di veder tornare i lavoratori in ufficio e di conseguenza in mensa e se un lavoratore ha il green pass per accedere a ristoranti bar bagni e spiagge, va spiegato perché non possano lavorare in azienda. Quando si normerà una modalità di lavoro finto “smart” che di fatto sta isolando tanti individui nelle loro case, mentre dovrebbe essere una scelta volontaria?