“LADISA IMBARAZZANTE E NON CREDIBILE, LAVORATRICI DIFESE ANCHE DALLE DOCENTI. GIOVEDÌ 27 GIUGNO, SAREMO AUDITI DAI CAPIGRUPPO DEL CONSIGLIO COMUNALE.”
In merito alla ormai nota questione “multe” che il colosso della ristorazione Ladisa ha comminato a due sue dipendenti, la stessa ha diffuso il 21 giugno scorso la sua versione dei fatti a seguito della nostra denuncia e protesta. Azione legittima, sulla quale però non possiamo esimerci dal replicare. L’azienda, in una nota, ha infatti sostenuto che “Le sanzioni da 500 e 250 euro rappresentano un atto dovuto per gravi violazioni commesse, almeno in un caso potenzialmente sanzionabile con il licenziamento”. Insomma, Ladisa Ristorazione sarebbe stata addirittura benevola verso le lavoratrici “prevedendo una sanzione più lieve di quella comminabile” e parla addirittura di licenziamento.
Imbarazzanti e non credibili. Sul caso di “potenziale licenziamento” mettiamo all’attenzione quanto segue: ancora prima di poter rispondere alla lettera di contestazione, la ditta aveva già provveduto a trasferire la lavoratrice presso il centro cottura di via Adamoli, nonostante, dalla scuola in cui la cuoca oggetto della contestazione lavorava da ben quattordici anni, fosse partita il 23 maggio una lettera, firmata da tutto il personale scolastico, indirizzata agli uffici genovesi della ditta. Nella missiva si esprime all’azienda “rincrescimento per il trasferimento della signora” mentre si esplicita la sua grande professionalità e attenzione verso gli alunni, la continuità del servizio, la conoscenza dei piccoli utenti, soprattutto quelli con criticità alimentari, e la costante collaborazione proficua con i Docenti e i Collaboratori scolastici.
“Per tutti questi motivi – termina la lettera degli oltre venticinque firmatari, tra insegnanti e collaboratori scolastici – i sottoscritti auspicano che la signora possa essere nuovamente riattribuita alla nostra scuola”
E questa sarebbe una lavoratrice da licenziare? La lettera sopra indicata, scritta e inviata alla Ladisa quando la “grave azione commessa” (così scrive l’azienda) da parte della nostra iscritta era già avvenuta, non è purtroppo riuscita a limitare la punizione e l’accanimento della ditta verso la sua dipendente che, oltre al trasferimento, atto già punitivo, si è vista comminare anche metà della sanzione amministrativa ricevuta dal Comune di Genova per la “non conformità del servizio” trasmessa. 500 euro in “comode rate” su busta paga.
Per quanto poi riguarda la seconda lavoratrice, addetta mensa di una scuola veicolata, Ladisa si guarda bene nella sua nota dal fornire specifiche. “Forse”… non ha argomenti ecletanti e di effetto da sottolineare in un comunicato stampa per giustificare l’addebito dell’intera sanzione comunale (250 euro) alla lavoratrice. Metà del suo stipendio.
Ladisa poi non si risparmia neanche in presunzione e si “premura” addirittura di dare “lezioni” sindacali alla Filcams per tutelare le lavoratrici sanzionate.
Dopo aver sorriso, vorremmo rassicurarli: quelle che Ladisa definisce “ingiustificate e vane azioni di protesta”, rappresentano solo l’inizio di quanto siamo disposti a fare per tutelare le nostre iscritte e le lavoratrici del settore. Il ricorso al collegio arbitrale, citato e vivamente “consigliato” da Ladisa, nonché previsto dal Ccnl di settore in caso di sanzioni disciplinari giudicate eccessive, sappiamo bene quando utilizzarlo e non è questo il caso. Riteniamo infatti non sia sede appropriata a questi due provvedimenti specifici, in quanto a nostro avviso illegittimi e non solo eccessivi.
Le azioni sindacali non escluderanno quindi quelle legali, arrivando in sede giudiziaria se tali provvedimenti non verranno rivisti.
Giovedì 27 giugno la Filcams sarà inoltre audita, con una delegazione di lavoratrici, dai capigruppo del consiglio comunale genovese alle ore 12:00, auspicando che il Comune si faccia parte dirimente della questione.
Insistiamo nel denunciare l’accanimento e l’atto specifico delle multe pecuniarie derivanti da un atto amministrativo del Comune di Genova alla ditta e riteniamo che, se questi provvedimenti disciplinari dovessero prendere campo, potrebbero produrre, in futuro, anche “un certo imbarazzo” nelle istituzioni preposte ai controlli, “scoraggiandoli” indirettamente a effettuare i dovuti verbali e le dovute sanzioni all’azienda che li applica, avendo timore che possano poi ricadere sulle lavoratrici e i lavoratori.
Filcams Cgil Genova