A seguito dell’ultima manifestazione degli ex dipendenti del Gruppo Qui!, avvenuta dieci giorni fa davanti alle porte chiuse del Moody di Genova appena dichiarato fallito, abbiamo ottenuto un incontro che avverrà domani alle ore 17:00 presso la Regione Liguria nella sede di Piazza De Ferrari.
Il tavolo è specifico sulla vertenza Qui!Group e sulle aziende partecipate come Moody e Pasticceria Svizzera, che hanno subito l’effetto domino da noi preannunciato fin da subito, portando il bilancio a oltre 400 genovesi rimasti senza lavoro solo se parliamo delle conseguenze del crack Fogliani.
L’incontro deve rappresentare quindi un punto di inizio perché da tempo, e lo ribadiremo con forza anche domani, esprimiamo l’urgente necessità di un tavolo permanente di crisi sul commercio a livello provinciale e regionale, dalle piccole attività alla Grande Distribuzione, per monitorare costantemente il settore e intervenire in tempo reale e congiuntamente con le istituzioni sulle crisi aziendali e sulle chiusure.
Vorremmo fosse chiaro che non possiamo più accettare tavoli di “ascolto” fine a se stessi come spesso è accaduto o “confessionali” istituzionali atti solo a sfoghi che non presuppongono una concreta presa in carico delle questioni denunciate dai sindacati, bensì auspichiamo la reale assunzione dei problemi da parte delle istituzioni, proposte fattive, collaborazione, sostegno, e l’avvio di un percorso condiviso che possa portare a soluzioni concrete per chi oggi è in uno stato di disagio economico drammatico, senza dimenticarci che quello stesso percorso può e deve prevenire altre situazioni simili in futuro e difendere la nostra città dal rischio oggettivo di desertificazione.
Per questo, ci aspettiamo che domani la Regione porti al tavolo
– proposte di ricollocamento dei lavoratori oggetto dell’incontro,
– notizie concrete riguardanti possibili acquisizioni del Moody e della Pasticceria Svizzera,
– idee fattibili di rivalutazione della zona di Piccapietra che, con la chiusura di Rinascente e del bar adiacente al Tribunale, è attualmente una zona morta nel cuore di Genova,
– la prospettiva del percorso di monitoraggio permanente sul commercio che ormai non sappiamo più in che lingua richiedere.
Ci aspettiamo che tutto questo NULLA ingombrante messo in campo dalle istituzioni in quest’ultimo anno di declino commerciale inizi a riempirsi con il senso di responsabilità e la voglia di prendere davvero in mano questa situazione drammatica, e magari sproni anche il Comune di Genova a divincolarsi dall’imbarazzo di una assenza che a oggi lascia dietro di sé solo propaganda, promesse e parole raggiungendo l’unico obiettivo di dare false aspettative a chi è rimasto senza un lavoro.