A fronte della notizia emersa in questi giorni per cui la divisione della Cyber Security potrebbe essere spostata dal sito di Sestri Ponente nella sede di Sampierdarena Fiumara, sale la preoccupazione tra le lavoratrici e i lavoratori in appalto della mensa interna alla Leonardo. Sono già scesi in sciopero a fianco dei lavoratori diretti sulla vertenza BU Automation, non ancora definita, denunciando le gravi ripercussioni di quella annunciata e sconsiderata operazione commerciale di dismissione. E’ evidente che la prospettiva di veder migrare a Sampierdarena il pezzo della Cyber aumenta la comprensibile agitazione.
“Una situazione che è già gravosa per via dello smart working – specifica Viviana Correddu della Filcams Cgil Genova – e non possiamo permettere che si perda anche un solo pasto sulla base di ulteriori questioni. Al di là della situazione pandemica che sta mettendo in ginocchio la ristorazione aziendale in generale, non staremo a guardare centinaia di pasti disperdersi creando un nuovo elemento di precarietà lavorativa sulla mensa del sito genovese; perchè in un appalto di ristorazione – spiega Correddu – molto semplicemente sono i pasti a determinare gli indici di produttività e se cala la produttività le aziende tagliano le ore o, peggio, dichiarano gli esuberi. Sia chiaro che ogni operazione che possa mettere in discussione la stabilità occupazionale e quindi il salario di queste lavoratrici e di questi lavoratori, già estremamente colpiti dalla pandemia, ci troverà pronti a contrastarla, senza contare che la domanda è d’obbligo: dove mangeranno i dipendenti della Cyber una volta trasferiti a Sampierdarena? Leonardo sappia che non assisteremo alla perdita di 400 pasti sul sito di Sestri, con lavoratrici e lavoratori degli appalti lasciati in balia del loro destino. Le committenze si mettano in testa che hanno una responsabilità sociale anche su quei lavoratori che, tramite le esternalizzazioni, pensano di poter escludere da ogni loro ragionamento. Non è così e Leonardo se ne accorgerà. Siamo pronti a difendere pasti, ore e salario, con le unghie e con i denti e riteniamo di aver diritto, nel caso la direzione volesse procedere a mettere in atto quella che oggi viene presentata come un’operazione dalle grandi prospettive di investimento, di entrare nel merito della discussione relativamente all’appalto di ristorazione in essere e alla conseguente tenuta occupazionale dei lavoratori che rappresentiamo.”