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Mercoledì 8 luglio, alle ore 12:30 in Piazza De Ferrari, la Filcams Cgil ha organizzato un nuovo presidio, questa volta a livello regionale, a sostegno delle richieste formulate alla Regione Liguria durante l’ultima manifestazione di piazza tenutasi il 23 giugno; grazie a quella e alle precedenti proteste, si è ottenuto un ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio regionale e un impegno da parte della regione Liguria di convocare le Organizzazioni Sindacali al più presto per definire una situazione che da mesi ci porta a mobilitare lavoratrici e lavoratori della ristorazione.

“L’incontro si terrà proprio mercoledì 8 luglio a fronte della costante pressione esercitata sulla Regione Liguria e grazie alle tante manifestazioni di protesta messe in campo proprio dalla Filcams Cgil – sottolinea Simona Nieddu Segretaria Regionale e responsabile di settore – e il tema cardine su cui si basa la nostra proposta riguarda la rimodulazione dei Fondi Europei ancora non utilizzati dalla Regione. I soldi ci sono e ci sono lavoratrici e lavoratori che hanno bisogno subito di un sostegno, in quanto esclusi da ogni forma di ammortizzatore sociale e disoccupazione facendo un lavoro che di fatto si sospende a inizio estate per riprendere a settembre pur avendo un contratto a tempo indeterminato.”

Quella che è una condizione annuale costante – aggiunge Correddu Viviana, funzionaria Filcams Genova – con l’emergenza sanitaria e il fermo scolastico, iniziato il 24 febbraio, e relativa cassa integrazione arrivata in ritardo e ancora solo parzialmente pagata dall’Inps, oggi è diventata condizione insostenibile, un dramma sociale.

Per questo Filcams e Cgil Liguria hanno proposto che una parte dei Fondi Europei a disposizione della Regione non ancora utilizzati debbano essere messi a disposizione per sostenere economicamente nei mesi estivi questa tipologia di lavoratori.

La richiesta esposta dalla Filcams è concreta e fattibile – precisa Giovanni Bucchioni, Segretario Generale regionale – un sostegno economico di 500 euro al mese per 3 mesi a tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che non hanno diritto ad alcun ammortizzatore sociale a causa della sospensione dell’attività scolastica estiva.

Alla base poi di ogni rivendicazione di settore, vi è la richiesta di garanzie sulla ripresa lavorativa a settembre, elemento su cui non sarà possibile derogare. A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro e il futuro di un intero settore produttivo.