Porto di Genova: infortunio sul lavoro. Federico Pezzoli (Segretario Generale Fillea Cgil Genova) “La misura è colma. Maggiori tutele e controlli negli appalti”
Oggi un operaio edile è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente sul lavoro nel Porto di Genova. Il primo pensiero è rivolto all’operaio con l’auspicio di rapida ripresa e
completa guarigione. Proprio oggi una delegazione di edili genovesi della Fillea Cgil si è recata a Vercelli per partecipare allo sciopero e alla manifestazione che il sindacato confederale ha organizzato per dire basta a tragedie sul lavoro come quella che ha coinvolto 5 operai a Brandizzo. La Fillea Cgil continua a denunciare una realtà che ha assunto dimensioni di gravità inaccettabili. Per stroncare la piaga degli infortuni sul lavoro occorre aumentare i controlli: occorrono maggiore formazione e qualificazione delle imprese. E poi c’è una criticità sul tema delle manutenzioni che andrebbe affrontata con maggiore serietà. Il fatto che un infortunio sul lavoro di tale gravità sia accaduto in un
cantiere così importante, come quello del nodo ferroviario del Porto di Genova, impone una riflessione ancora più attenta. Spesso il sindacato denuncia come proprio negli appalti e subappalti comandi la fretta e il dover rincorrere maggiori margini di profitto. In attesa di comprendere cosa sia accaduto, la Fillea Cgil lancia un appello alla stazione appaltante RFI e a tutti i grandi soggetti pubblici e privati che in questi mesi saranno responsabili delle opere messe a terra dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: Autostrade, Anas, enti pubblici e lo stesso Governo, tutti soggetti responsabili degli appalti a “cascata”,
di prestare la massima attenzione al tema della sicurezza e a fare di più di quanto dovuto per investire sulla tutela di lavoratrici e lavoratori. Allo stesso tempo, drammi come quello di oggi, dovrebbero far comprendere perché la Fillea Cgil chiede al Governo una revisione
del sistema pensionistico soprattutto per lavori usuranti come quello edile dove è difficilmente comprensibile come un operaio, all’età di 67 anni, debba ancora lavorare in cantiere.