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Negli ultimi anni, dopo la ripresa dopo la crisi pandemica, il trasporto pubblico locale a Genova ha subito grandi mutazioni, a causa del traffico congestionato, per l’avvento di nuove forme di mobilità che non sono facilmente coniugabili con il trasporto tradizionale, con i cantieri che sono sorti in molte parti della nostra città, e oltre a questi aspetti ci sono diverse abitudini della società che sono cambiate ed è cresciuto sia il traffico privato che la domanda di trasporto pubblico.

Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Faisa Cisal hanno dapprima più volte sensibilizzato AMT riguardo alle condizioni di lavoro del personale viaggiante esasperate da tempi di percorrenza assolutamente inadeguati, per poi, in mancanza di risposte organizzative tangibili da parte aziendale, esortare con il comunicato del 19 aprile u.s. affinchè venisse programmato un servizio che prevedesse un’adeguata quantificazione dei tempi di percorrenza. Abbiamo posto l’accento, se mai ce ne fosse stato bisogno, sul fatto che, in presenza di un servizio offerto al pubblico che su più linee urbane mancava di regolarità, si stava mettendo a repentaglio la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori aumentando le pressioni da parte della clientela e, con esse, il rischio di aggressione. Credevamo di averlo scritto in maniera chiara.

A seguito di mancati interventi, abbiamo informato l’Azienda che le aggressioni verbali nei confronti dei dipendenti erano esponenzialmente in aumento, in particolar modo sulla linea 1, in perenne e costante sofferenza (tagli necessari addirittura alle 6 della domenica mattina), abbiamo chiesto nuovamente, prima che le aggressioni verbali diventassero fisiche, tempi di percorrenza adeguati, e che fosse convocata la commissione verifica percorrenze, per dare noi stessi in primis il nostro contributo, abbiamo sottolineato in diverse sedi, quanto una direttrice principale come la linea 1 fosse in sofferenza in molte fasce orarie, e quanto di conseguenza fossero esasperati i lavoratori e la clientela che fruiva del servizio.

Lunedì scorso, primo giorno del servizio estivo, si è arrivati dove non sarebbe mai dovuto: un nostro collega, appena sceso dall’ ennesimo bus della linea 1 che non avrebbe raggiunto la sua naturale destinazione ma era “tagliato” a Prà, si è visto sferrare due pugni in faccia. La sua colpa? Essere un tranviere e rappresentare in quel momento la sua azienda che ha continuato a essere sorda e cieca: due pugni sferrati da una persona violenta, che sfogava anche verbalmente la sua rabbia contro un servizio totalmente inadeguato.

Per noi non è accettabile che il personale viaggiante sia sottoposto a questi atti di violenza, causati principalmente dall’azienda che non è in grado di programmare un servizio adeguato e di far lavorare i colleghi in maniera dignitosa.

Non siamo disponibili a sacrificare la sicurezza dei lavoratori. Se non avremo risposte la categoria sarà pronta alla lotta!

Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Faisa Cisal