In una recente Commissione Comunale, l’Assessore al trasporto pubblico Matteo Campora, ha affermato che possono essere apportate modifiche alla politica tariffaria di AMT. Per la Cgil l’obiettivo e di tenere in sicurezza i bilanci di Amt, i dipendenti diretti e quelli degli appalti aumentando la mobilità pubblica, acquisendo nuova utenza e riducendo il traffico privato. Tra le priorità c’è quella di avvicinare le aree interne della Città Metropolitana, i suoi residenti, i giovani, gli anziani e i lavoratori, ai servizi e a una vita di comunità, con una forte riduzione del costo degli abbonamenti, superando il concetto di urbano ed extra urbano, ampliando la validità oraria per gli occasionali sino a cinque ore. Ma per tenere stretto il collegamento fra mondo del lavoro, dello studio, del turismo con quello dell’abitare, bisognerebbe garantire la continuità delle corse anche in questi territori meno centrali perché ormai quasi tutti i Comuni sono senza medico e negozi e privi di servizi. Stessa logica di riguardo si dovrebbe avere nei confronti di chi in città abita nelle zone collinari o nei quartieri dove non ci sono né metro né ascensori gratuiti, popolazione spesso anziana e fragile, per la quale un biglietto a 90 centesimi potrebbe rappresentare una soluzione.
Una considerazione a parte merita la gratuità per gli over 70 sulla quale non siamo d’accordo per due motivi: primo per l’esclusione della fascia oraria di prima mattina che invece è fondamentale e secondo perché così si sono escluse dal beneficio 1.709 persone nella fascia tra i 66 anni ai 69 anni, numero talmente esiguo da non essere giustificata l’esclusione dalla gratuità. Un’altra questione di poco senso risulta aver escluso, per gli agevolati, la possibilità di accedere all’abbonamento mensile. E poi c’è il capitolo giovani: sulla gratuità sino a 14 anni si è nell’ambito della scuola dell’obbligo e dei plessi scolastici più diffusi nei quartieri, mentre per i quindicenni si parla di scuole superiori, spesso più lontane da casa. Per gli studenti universitari, invece, una politica dei servizi a partire dai trasporti potrebbe essere una condizione di attrattività, sia per agevolarli nel restare a Genova, sia per attrarre chi viene a studiare da fuori. In altre città come a Firenze la tariffa è di 50 euro con Iseu a 36.151 euro, e 65 per Iseu superiori.
Quello che serve è reintrodurre i vincoli di reddito per le agevolazioni, magari rivedendone il valore, rideterminando le fasce ma ognuno deve pagare rispetto alle proprie possibilità. E invece il nuovo piano tariffario aumenta nei fatti il prezzo del biglietto, in un periodo in cui l’inflazione (peraltro una tra le più alte d’Italia) continua ad erodere il potere d’acquisto dei genovesi.
L’incentivazione del trasporto pubblico, dovrebbe partire da puntualità, capillarità, numero di corse al giorno, servizio notturno, sicurezza a bordo, agibilità fisica delle vetture, limitazioni sulla mobilità privata e sicuramente dal non penalizzare chi l’abbonamento l’ha già fatto e non potrà usufruire delle agevolazioni previste. E’ indiscutibile che quella di Amt e Comune di Genova sia una grande prova, ma a maggior ragione doveva essere ricercata la collaborazione di tutti. E invece si è preferito andare dritti, senza dare conto di come si intende procedere. Quello che chiediamo, oltre ad una verifica delle cose di cui sopra, è capire come avverrà il monitoraggio.
Perchè crediamo necessario capire come si evolverà, quali sono le tariffe che implementeranno, verso quali realtà, municipi, zone collinari, aree interne dei Comuni, giovani od anziani piuttosto che studenti. Quali sono gli strumenti di cui ci si è dotati?
Noi chiediamo un monitoraggio trimestrale con report leggibili. Perché la posta in palio è alta per tutti: chi lavora, i cittadini, i dipendenti di AMT, il futuro sviluppo della città.
Aurelia Buzzo Segretaria Cgil Genova
Guido Fassio Resp. Contrattazione sociale Spi Cgil Genova