Rientrando in azienda dopo quattro giorni di chiusura per il ponte del 25 aprile, i lavoratori della Bombardier di Savona hanno scoperto che l’azienda ha costruito un muro per delimitare, nei locali oggi utilizzati per la funzione ingegneria, gli uffici che, nelle sue intenzioni, dovrebbero essere affittati a Segula, società che acquisirà il ramo d’azienda da fine maggio.
Un’iniziativa da parte dell’azienda che pone due gravi problemi, uno rispetto alle normative in tema di sicurezza e l’altro di carattere politico-sindacale.
Della nuova barriera divisoria, infatti, sulla base del decreto 81/08, bisognava preliminarmente informare i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e procedere con l’informazione, la formazione e l’addestramento, in base al Documento di valutazione rischi, dei lavoratori designati per le squadre di primo soccorso, incendio e evacuazione.
Inoltre, sul piano politico-sindacale, Bombardier ha disatteso la richiesta arrivata dalle Istituzioni locali prima e dal ministero dello Sviluppo economico nell’incontro del 19 aprile poi, di non procedere con azioni propedeutiche alla cessione del ramo d’azienda fino alla riconvocazione del prossimo incontro al ministero. Un comportamento grave da parte dell’azienda che evidentemente non ritiene, e non è la prima volta che accade, di dare alcun valore alle richieste delle Istituzioni, portando avanti, in disprezzo alle normative di legge, i propri piani.
Per quanto ci riguarda il tempo è scaduto. È necessario che l’azienda inverta decisamente rotta rispetto alle fallimentari politiche degli ultimi anni oppure l’unica alternativa alla chiusura è l’arrivo di un’altra realtà del settore della produzione di materiale rotabile con programmi di rilancio di un sito produttivo presente a Savona dal 1905 e che ha sempre consegnato al Gruppo importanti utili grazie a performance tra le migliori di tutta Europa.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa