“Le vicende legate all’approvazione del DL Crescita gettano nuove incertezze sulle prospettive dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, e più in generale segnalano come il Paese abbia urgente necessità di dotarsi di un quadro legislativo, non improvvisato ed emergenziale, entro cui collocare le strategie di politica industriale ed ambientale. Senza un orizzonte ragionevolmente certo di stabilità delle norme non vi è possibilità di attrarre investimenti.
Nello specifico la Fiom ritiene che, pur in un processo di miglioramento ed adeguamento continuo delle condizioni di sostenibilità ambientale delle produzioni e di vincoli da rispettare (revisione Aia legata alla valutazione preventiva di danno sanitario), il quadro complessivo delle norme e degli accordi sottoscritti tra le parti devono essere sempre rispettati.
L’accordo, che si è costruito in presenza di una preesistente normativa sulle tutele legali, prevede il raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale e di riorganizzazione degli impianti entro il 2023, e per quanto ci riguarda continua a costituire il quadro di riferimento.
Vanno rispettati integralmente l’insieme degli impegni reciprocamente e liberamente sottoscritti, compreso l’accordo di programma di Genova. Per tali ragioni rinnoviamo la necessità di una convocazione urgente di un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico per una verifica che si rende ancora più indispensabile, anche alla luce della procedura di cassa integrazione ordinaria avviata da ArcelorMittal e dei rischi per l’occupazione di tutto il Gruppo”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa