Con il diffondersi dei casi di Covid-19, Abb ha messo in atto delle iniziative, in modo particolare riguardo le sedi lavorative maggiormente colpite dalla diffusione del virus, sulle quali il coordinamento Fiom ritiene necessario intervenire.
È stato sicuramente doveroso e importante, da parte dell’azienda, l’aver contattato con celerità i lavoratori residenti nelle “zone rosse” e in provincia di Lodi, esentandoli dall’attività lavorativa come previsto dall’ordinanza del ministero della Salute del 21 febbraio. Così come è stato utile l’aver deciso un utilizzo esteso dello smart working per consentire agli impiegati di svolgere l’attività lavorativa da casa.
Negativa invece, a quanto si apprende da specifiche comunicazioni ai dipendenti, l’intenzione dell’azienda di gestire questi primi giorni di assenza lavorativa con il ricorso a strumenti come i par, le ferie o con l’orario multiperiodale, senza discuterne con le Rsu e/o le organizzazioni sindacali.
“Come Coordinamento Fiom – dichiara Mirco Rota, responsabile Fiom per Abb – riteniamo questo comportamento sbagliato e non condivisibile, non solo perché totalmente a carico dei lavoratori coinvolti, ma anche per la disparità di trattamento che produce tra chi ha la possibilità di un utilizzo dello smart working e chi è costretto ad utilizzare istituti contrattuali propri.”
“Per questo – continua – chiediamo ad Abb di ricercare insieme a Rsu e organizzazioni sindacali soluzioni condivise, senza escludere il ricorso agli ammortizzatori sociali previsti.”
“Infine – conclude Rota – come Coordinamento abbiamo chiesto la convocazione di una riunione urgente per fare il punto della situazione dei vari siti aziendali al fine di conoscere e concordare le soluzioni più adeguate rispetto alla situazione attuale e alle sue delicate prospettive.”
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa