Ex Ilva. Fiom: chiesti a Governo e Parlamento impegni per futuro di ArcelorMittal
“Si è riunita oggi la Commissione Industria e Attività Produttive del Senato con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm sulle prospettive industriali, ambientali ed occupazionali del sito di Taranto e del gruppo ArcelorMittal.
Nel corso dell’audizione si sono valutati, insieme al quadro generale della domanda di acciaio e della crisi congiunturale di mercato in Europa, i rischi derivanti per la siderurgia italiana dalla sovracapacità produttiva e dall’insufficiente protezione commerciale a fronte della decisione degli Usa di imporre dazi sulle importazioni.
E’ infatti evidente che a rischio non sono solamente gli impianti produttivi di Taranto e degli stabilimenti ad esso collegati di Cornigliano e Novi Ligure, ma la tenuta complessiva del settore siderurgico nel nostro Paese e l’approvvigionamento per l’utilizzo finale nei settori in particolare dell’automotive, delle costruzioni e dell’aerospazio.
Per queste ragioni, il Governo e il Parlamento si assumano la responsabilità di scegliere e di garantire le prospettive del sito ex Ilva di Taranto e del gruppo ArcelorMittal a cominciare dal rispetto degli impegni che sono stati sottoscritti con l’accordo di settembre del 2018 dal punto di vista del piano industriale, ambientale e occupazionale.
Per fare ciò è indispensabile disporre di un quadro legislativo ragionevolmente stabile in grado di superare il conflitto tra diritti costituzionalmente tutelati, come quelli al lavoro ed alla salute, e allo stesso tempo di fornire certezze agli investitori in un settore strategico come quello dell’acciaio.
Le vicende di questi mesi con il superamento delle esimenti penali, già previsto dal decreto Salva Ilva del 2015, hanno introdotto invece elementi di incertezza che insieme alla insicurezza prodotta tra i lavoratori per gli incidenti ricorrenti, purtroppo anche mortali, hanno riportato le prospettive dell’ex Ilva ad un tornante particolarmente drammatico.
Abbiamo quindi chiesto alla Commissione di farsi carico di rappresentare e di audire il Governo in merito all’urgenza di trovare una soluzione equilibrata in vista della scadenza del 6 di settembre, data fissata per il definitivo superamento delle esimenti penali. A conclusione dell’audizione il Presidente della Commissione si è assunto l’impegno di dare seguito alle richieste delle organizzazioni sindacali nell’ambito di un’iniziativa più generale tesa alla salvaguardia di un settore strategico per l’economia complessiva del Paese“.
Nel corso dell’audizione si sono valutati, insieme al quadro generale della domanda di acciaio e della crisi congiunturale di mercato in Europa, i rischi derivanti per la siderurgia italiana dalla sovracapacità produttiva e dall’insufficiente protezione commerciale a fronte della decisione degli Usa di imporre dazi sulle importazioni.
E’ infatti evidente che a rischio non sono solamente gli impianti produttivi di Taranto e degli stabilimenti ad esso collegati di Cornigliano e Novi Ligure, ma la tenuta complessiva del settore siderurgico nel nostro Paese e l’approvvigionamento per l’utilizzo finale nei settori in particolare dell’automotive, delle costruzioni e dell’aerospazio.
Per queste ragioni, il Governo e il Parlamento si assumano la responsabilità di scegliere e di garantire le prospettive del sito ex Ilva di Taranto e del gruppo ArcelorMittal a cominciare dal rispetto degli impegni che sono stati sottoscritti con l’accordo di settembre del 2018 dal punto di vista del piano industriale, ambientale e occupazionale.
Per fare ciò è indispensabile disporre di un quadro legislativo ragionevolmente stabile in grado di superare il conflitto tra diritti costituzionalmente tutelati, come quelli al lavoro ed alla salute, e allo stesso tempo di fornire certezze agli investitori in un settore strategico come quello dell’acciaio.
Le vicende di questi mesi con il superamento delle esimenti penali, già previsto dal decreto Salva Ilva del 2015, hanno introdotto invece elementi di incertezza che insieme alla insicurezza prodotta tra i lavoratori per gli incidenti ricorrenti, purtroppo anche mortali, hanno riportato le prospettive dell’ex Ilva ad un tornante particolarmente drammatico.
Abbiamo quindi chiesto alla Commissione di farsi carico di rappresentare e di audire il Governo in merito all’urgenza di trovare una soluzione equilibrata in vista della scadenza del 6 di settembre, data fissata per il definitivo superamento delle esimenti penali. A conclusione dell’audizione il Presidente della Commissione si è assunto l’impegno di dare seguito alle richieste delle organizzazioni sindacali nell’ambito di un’iniziativa più generale tesa alla salvaguardia di un settore strategico per l’economia complessiva del Paese“.
Lo dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil, che ha partecipato all’audizione alla Commissione Industria e Attività Produttive del Senato.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa