Il mio ruolo di sindacalista mi porta spesso ad affrontare situazioni difficili. L’ultima in ordine di tempo l’ho vissuta qualche giorno fa. Una lavoratrice, affidataria di due figli minori in un contesto familiare molto delicato e con grossi problemi economici, mi ha posto una questione di difficile soluzione: il turno di lavoro che vogliono farle rispettare non le permette di poter portare i bambini a scuola e all’asilo. È una situazione che soprattutto le mamme sole mi riportano spesso, ma che è vissuta anche da tanti genitori che non riescono a conciliare i tempi di vita e di lavoro. Il settore della lavoratrice in questione è quello alimentare, una realtà importante per il territorio e che produce prodotti di grande qualità, prodotti tipici diventati simbolo di tante realtà produttive locali. Spesso sono proprio le piccole aziende artigiane ad occupare personale a tempo determinato e part time, almeno sulla carta, e ad avere una organizzazione del lavoro che male si concilia con il lavoro di cura. In queste realtà il lavoro a tempo indeterminato è sempre più raro e spesso, per mantenere il posto di lavoro si viene “invitati” a firmare clausole elastiche e flessibili.
Insomma, lavoro povero anche se contrattualizzato e spesso senza regole: il turno del giorno dopo viene comunicato la sera prima, pagamenti in ritardo, magari con assegni post datati di 3 settimane. Il lavoro povero è una delle emergenze da affrontare assieme al rispetto delle leggi e dei contratti. Servono maggiori controlli, interventi normativi per eliminare la precarietà e il lavoro sommerso. Le istituzioni nazionali, comunali e regionali devono monitorare e controllare. Ma con chi se le figure preposte sono sotto organico? I controlli servono e non possono essere effettuati a spot perché le conseguenze del lavoro povero, dei bassi salari, del lavoro precario impediscono alle persone di godere di alcuni diritti fondamentali, come le cure sanitarie, le costringono a risparmiare anche sul cibo a discapito della qualità dei prodotti che comprano, oppure, come nel caso della lavoratrice madre, a fare i salti mortali per accudire i figli e conservare il lavoro che garantisce il sostentamento.
In tante circostanze per il sindacato è difficile intervenire a tutela del dipendente perché la prima azione del datore di lavoro è di quella di lasciare a casa chi chiede l’applicazione di un diritto. Il sindacato si occupa di tutela individuale, cercando di risolvere il problema della mamma che non riesce a tenere insieme lavoro e figli, e di tutela collettiva, battendosi e contrattando migliori condizioni di lavoro per tutte e tutti. Il tema del lavoro, soprattutto quello povero e precario, sarà al centro della manifestazione che la Cgil insieme a più di cento associazioni e reti associative sta organizzando per il 7 ottobre a Roma. Il titolo è “La via maestra, insieme per la Costituzione”, perché difendere la Costituzione è il miglior modo per chiedere di attuarla compiutamente rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, ne impediscono la piena realizzazione.
Laura Tosetti Segretaria Generale Flai Cgil Genova