Cara Repubblica,
nei giorni scorsi la cronaca cittadina ha riportato la notizia della Preside di Bogliasco che, non trovando personale docente disponibile per supplenze, ha lanciato una call pubblica ai genitori, chiedendo a chi avesse avuto i requisiti necessari di farsi avanti.
La situazione della scuola di Bogliasco non è l’unica, anzi. Queste situazioni sono molto più frequenti di quanto si creda e non valgono solo per il personale docente ma anche per quello tecnico e amministrativo.
In generale quindi è vero, ci sono oggettive difficoltà a trovare supplenti, ed infatti il tema degli organici è ormai un mantra sollevato da anni dai sindacati e alla base di molti scioperi e mobilitazioni.
Questo infatti è un male antico: dipende dall’incapacità dello Stato di saper organizzare il turn over dei propri dipendenti e da insufficienti numeri di laureati soprattutto in materie come scienze della formazione. Oltre alla cronica carenza di bandi di concorso, anche questi di competenza statale.
Ma arrivare ad incitare i genitori a trasformarsi in docenti, questo no, non è accettabile.
La scuola è composta da professionisti che a caro prezzo di tempo e denaro hanno percorso lunghi anni di precariato e studio per ricoprire un ruolo che è sempre più complesso e delicato, spesso vivendo attacchi mediatici tesi a denigrarli. Li ricordiamo tutti gli attacchi ai fannulloni del Ministro Brunetta, che tanti danni hanno provocato sia verso l’autorevolezza del personale sia nel prestigio della scuola pubblica.
È corretto non mescolare i ruoli, ognuno nel suo ruolo, ci si dovrebbe impegnare al meglio per affrontare le tappe evolutive dei ragazzi che vanno a scuola, i docenti e i genitori, chi da una parte e chi dall’altra ognuno con le proprie competenze.
La scuola non può diventare un reality del tipo “insegnante per un giorno”, non si vince comunque nulla, si denigra semplicemente un’intera categoria di lavoratori che dovrebbe avere ben altri riconoscimenti sociali e, perché no, anche materiali.
Quindi, alla dirigente di Bogliasco, che è stata lei stessa una ex insegnante della scuola primaria, consiglio di cercare di trovare i supplenti all’interno delle graduatorie, perché l’insegnante non è mestiere che si possa improvvisare.
E se non ci riesce, il suo compito è quello di scrivere, oltre ai giornali, anche al Provveditore, al Ministero, e denunciare di non avere più supplenti e, con la morte nel cuore, sospendere il servizio per il tempo che serve a trovare qualcuno di qualificato.
Forse, così facendo, i genitori a quel punto capiranno che la scuola non è un luogo dove badare ai figli e fargli passare il tempo, forse si ricorderanno che la scuola costituisce il diritto allo studio e alla formazione e queste cose non si possono improvvisare, forse genitori e docenti insieme ognuno nei propri ruoli, possono riuscire ad ottenere maggiori investimenti, stipendi migliori e un sistema che torni a funzionare. Forse l’Amministrazione si farebbe qualche domanda e incalzata dalla stampa porrebbe rimedio a un problema molto grave. Insomma: ti manca il personale? Chiudi e sospendi il servizio. Forse in questo modo qualcuno duro d’orecchi sino ad oggi, capirà
Maurizio Mana Segretario Flc Cgil Genova