A rischio le ferie estive per il personale del Policlinico!
Policlinico San Martino– Avevamo accolto con gioia le dichiarazioni pubbliche di AliSa e del Presidente/Assessore Giovanni Toti, risalenti ormai al 30 di marzo, con le quali venivano annunciati gli indirizzi legati al piano di assunzioni per vie concorsuali ed al processo delle stabilizzazioni in Sanità Pubblica Ligure; ad oggi 2 maggio, nessuna convocazione ufficiale ad un tavolo di trattativa, nessun indirizzo chiaro, nessuna programmazione se non quella relativa all’espletamento dei bandi concorsuali.
Gli eroi della Pandemia dimenticati e schiacciati dentro fantomatiche promesse che al momento non si sono tradotte in assunzioni stabili, ma esclusivamente in proroghe di tempi determinati. In un sistema governato dalle incertezze anche il Policlinico San Martino paga il conto di prestazioni aggiuntive e pronte disponibilità che ricadono sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, costretti a continui turni che minano non solo la loro incolumità fisica, ma altresì la qualità delle prestazioni fornite all’utenza.
Dalle parole auspichiamo si passi ai fatti e all’ufficializzazione di un accordo programmatico, comunque difficilmente vedremo personale assunto prima di settembre.
Nel mentre non sappiamo come passare indenni l’estate…
Rimanendo in attesa che i procedimenti si compiano, ci teniamo a far presente a queste Istituzioni che reparti in grave criticità saranno costretti a ridurre i posti letto o programmare accorpamenti con contestuale chiusura di alcuni servizi per cedere personale ad Unità Operative come Rianimo, Sale Operatorie, Dialisi, Pronto Soccorso, Traumatologia d’Urgenza e Hospice.
Reparti in sofferenza che a fatica continuano a garantire la continuità assistenziale.
La riduzione dei posti letto in reparti di Medicina causerebbe inevitabilmente affollamenti maggiori in Pronto Soccorso, che è già pesantemente sottopressione.
Nonostante lo stato di emergenza sia terminato permangono le sospensioni di personale non vaccinato e di personale assente perché risultato positivo al covid19, si contano ancora circa 150 operatori fermi. Sono assenze che in uno stato di grave carenza come nel nostro Presidio incidono pesantemente sull’organizzazione del personale.
Inoltre l’organico afferente al Policlinico, ci teniamo a ricordarlo, non è composto unicamente da Infermieri e Operatori Socio Sanitari ma da molte e diverse professionalità che sono anch’esse in affanno, tanto che parte di questi lavoratori è a rischio di diniego alla fruizione delle ferie estive.
Attualmente mancano 21 Tecnici di Radiologia, eppure sono state deliberate le spese per l’acquisto di ben 3 nuovi macchinari tra Risonanza e Tac come da PNRR, ma con che personale verranno fatte partire se già a fatica si riesce a portare avanti la Radioterapia e tutta la diagnostica e gran parte dell’abbattimento liste è stato dato in capo ai privati convenzionati ?
Oltre a quanto descritto persiste un deficit di 16 Tecnici di Laboratorio di cui 6 unità solo al trasfusionale, 15 Fisioterapisti professionisti che si son resi essenziali nel recupero di pazienti nel trattamento post covid e 9 Ostetriche, carenza questa che ha portato la Direzione alla scelta obbligata di non riaprire il Centro Nascita Alternativo, servizio di prestigio riconosciuto a livello nazionale.
Possono apparire numeri meno importanti di quelli riguardanti il personale Infermieristico ma in proporzione nelle realtà operative sono carenze ingenti che mettono in crisi l’intero sistema. Le professioni non sono interscambiabili, ognuna ha la sua peculiarità ed è unica ed indispensabile.
Anche questi lavoratori sono tutt’ora impegnati in prestazioni aggiuntive per coprire i turni e far funzionare tutti i servizi.
L’Azienda ha già fatto sapere di aver esaurito e sforato il fondo per le assunzioni a tempo determinato e che deve coprire anche il costo di eventuali stabilizzazioni.
I trasferimenti di bilancio destinati al Policlinico parlano di cifre inferiori a quelle utilizzate nel 2019, di fatto negli ultimi due anni è stata garantita la gestione dell’evento e dei servizi essenziali solo grazie alle risorse suppletive governative legate alla Pandemia.
Carenze di organico e deficit organizzativi risalgono infatti al periodo pre-covid , senza una gestione di sistema la Sanità pubblica è a rischio di implosione.
Risultano inoltre numerose le voci di bilancio attraverso le quali si regge l’intero impianto di gestione dei servizi ad uso non territoriale ma regionale, dove le stesse incidono in termini negativi nella gestione economica dell’IRCCS S. Martino provocando in assenza di dovuti implementi di risorse dedicate da parte di Regione Liguria evidenti difficoltà nel mantenimento degli attuali assetti di gestione dei servizi resi al cittadino.
Serve un intervento celere che preveda un ulteriore investimento di risorse sulle assunzioni e l’avvio di nuovi percorsi concorsuali per tutte le figure interessate, al fine di garantire il fabbisogno adeguato di personale che comprenda anche la sostituzione delle assenze dovute a diritti come maternità e 104, cosa che ad oggi non è assicurata.
Queste carenze continuano ad incidere sull’organizzazione del lavoro, sulla sicurezza sia degli utenti che degli operatori e sulla vita privata di quest’ultimi.
Non si possono più tollerare liste d’attesa infinite, un Pronto Soccorso saturo e rinvii di interventi chirurgici, non si può più pensare di risolvere la questione aumentando le esternalizzazioni di attività di carattere medico-sanitario e sociosanitario ma solo ed unicamente assumendo personale.
Diversamente ci troveremo costretti ad attivare tutte le misure necessarie in difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori.
La Sanità deve rimanere pubblica e universale!
Segreteria FP CGIL di Genova
Segreteria FP CGIL Policlinico San Martino