E’ bastato l’arrivo di 12 profughi ucraini dializzati per far andare in sovraffollamento il reparto dialisi del San Martino. In questi giorni il servizio socio sanitario genovese sta accogliendo con abnegazione e con una straordinaria carica di solidarietà chi scappa dalla guerra. Ma gli sforzi dei sanitari si sono scontrati con una burocrazia, quella di Alisa, che, a fronte di un numero esiguo di pazienti in più, non è riuscita a programmare in maniera adeguata l’assistenza sanitaria ai dializzati, creando un caso di sovraffollamento nella Dialisi del San Martino. Solo grazie agli sforzi del personale il servizio non è stato interrotto, ma è evidente che a questa situazione va posto rimedio e subito.
La Cgil chiede investimenti immediati e un piano straordinario di assunzioni, senza le quali si rischierà di incappare nel rischio della sospensione dei servizi. Purtroppo il silenzio delle istituzioni a questa richiesta è pressoché totale sia sulle stabilizzazioni che sulle procedure concorsuali per operatori socio sanitari e infermieri.
Eppure si arriva da tre anni di pandemia: tutti hanno giustamente elogiato gli operatori del settore sanitario nella consapevolezza che grazie a loro i servizi sono stati portati avanti e solo grazie alla loro dedizione, con prestazioni estenuanti ed eccedenti i normali turni di lavoro, spesso sacrificando la vita privata e con la beffa di avere il contratto di lavoro scaduto ormai da quasi tre anni, hanno consentito e consentono il diritto universale alla salute.
Camera del Lavoro di Genova
Funzione Pubblica Cgil Genova