L’aumento della TARI non può gravare solo sulle spalle delle famiglie genovesi, già stremate da anni di crisi che hanno colpito la città. A partire dal crollo del ponte Morandi fino ad oggi, con la terribile pandemia dovuta al COVID 19, i genovesi hanno pagato un prezzo insopportabile e non possono sobbarcarsi da soli anche l’aumento della TARI.
Auspicavamo la giusta e dovuta attenzione, che ci sembrava ovvia e scontata, nei confronti di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati della nostra città visto anche
l’aumento impressionante delle ore di cassa integrazione nel corso del 2020: a Genova si sono persi quasi 5 mila posti di lavoro e incombe l’incomprensibile sblocco dei licenziamenti che rischia di dare un colpo mortale al tessuto economico e sociale cittadino.
In questo scenario non si può pensare di aggiungere anche l’aumento della tassa dei rifiuti da scaricare tutto sulle famiglie.
Non è pensabile una politica alla Robin Hood rovesciata.
L’impatto degli aumenti della Tari deve essere bilanciato, tenendo in considerazione i
bisogni di tutti. Il Sindaco e l’Assessore Piciocchi devono comprendere che non si può pensare di colpire le fasce più deboli della popolazione,
riteniamo che sia assolutamente necessario congelare l’aumento per tutto il 2021 e fare un percorso di gradualità per gli anni successivi.
Le risorse a disposizione dovevano essere distribuite in modo equilibrato, senza creare conflitti tra aziende, commercianti e famiglie, perché c’è in gioco la tenuta sociale della città”
Igor Magni Marco Granara Mario Ghini
Segretari Generali Cgil Cisl Uil Genova