Emanuela Traverso su Repubblica: I limiti del reddito di cittadinanza
Nel periodo gennaio – agosto 2021 il numero dei nuclei familiari percettori di reddito o pensione di cittadinanza nella città di Genova sono stati 12.887. La nostra città rappresenta oramai il 56 per cento dei nuclei richiedenti del totale ligure. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Economico Cgil Liguria, cresce ancora l’importo medio mensile rispetto gli ultimi due anni, dato di lettura molto importante in quanto sintomo di un ulteriore impoverimento dei nuclei coinvolti nel reddito di cittadinanza. Gli importi medi del reddito di Genova sono, come dal 2019, sempre superiori alle altre regioni del Nord Italia.
Questi numeri ci parlano di come il nostro territorio continui ad avere indicatori di povertà e di esclusione sociale troppo alti che seguitano a pagare il prezzo della forte deindustrializzazione della nostra città e si vanno ora sommando agli effetti della pandemia sull’occupazione e sul reddito dei cittadini già precedentemente in difficoltà economica. La maggior parte dei percettori di reddito di cittadinanza sono persone lontane dal mondo del lavoro da molti anni e difficilmente collocabili con le competenze possedute sia professionali che trasversali. La maggior parte avrebbe bisogno di corsi di formazione veramente allineati al fabbisogno occupazionale del territorio genovese, senza limiti di accesso dovuti all’età anagrafica o al titolo di studi spesso limitanti per i disoccupati di lunga data. I percettori avrebbero diritto di accesso ad esperienze lavorative contrattualizzate ed equamente retribuite che li porti fuori dal sistema del sostegno al reddito e li riattivi nel mondo lavorativo dando loro anche nuovo accesso alle politiche attive e alla naspi. Il tirocinio non è per queste persone sicuramente la tipologia di contratto adeguata per dar loro una possibilità lavorativa. Durante quest’ultimo anno i genovesi che hanno percepito il reddito di emergenza sono stati quasi 25 mila. Questo sostegno al reddito, fino ad agosto, era dedicato a persone con un isee sotto i 15 mila euro ed un reddito (anche da lavoro dipendente) sotto i 400. Dai numeri degli abitanti coinvolti possiamo evincere quanto in periodo di pandemia anche i lavoratori abbiano subito un calo del reddito ed un visibile impoverimento. L’attuale sistema del reddito di cittadinanza ha mostrato molti punti problematici che già la nostra organizzazione aveva evidenziato come rischi agli albori del Decreto Legge del 2019. Si è al momento rivelata una misura economica, fondamentale per chi è in stato di non occupazione, ma non ha sviluppato e creato il lavoro promesso. I percettori hanno, nella maggior parte dei casi, bisogno di una pluralità di interventi che veda il coinvolgimento di diversi servizi pubblici territoriali; dal centro per l’impiego, ai servizi sociali fino in molti casi al collocamento mirato.
Ricordiamo inoltre che molti nuclei familiari rimangono esclusi sebbene vivano in stato di vera indigenza a causa degli stringenti requisiti di residenza e reddito.
Emanuela Traverso
Camera del Lavoro di Genova