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Genova si sta dimostrando generosa e accogliente nei confronti dei rifugiati ucraini che hanno dovuto abbandonare le loro case e i loro affetti dopo l’aggressione militare della Russia di Putin.

Una solidarietà che si era già manifestata con la pandemia. Durante il lockdown più duro del 2020 è nato un volontariato che offriva assistenza e servizi con la consegna, casa per casa, della spesa o di medicine. Poi, finito il confinamento in casa, con l’afflusso di molti volontari e le crescenti situazioni di famiglie che avevano difficoltà a procurarsi “il pane quotidiano”, è iniziato un impegno sistematico per portare gratuitamente generi di prima necessità alle famiglie in difficoltà. Nel dicembre del 2021 si è voluto portare non solo cibo ma anche un sorriso a quei bambini che, probabilmente, non avrebbero avuto la gioia di un giocattolo. In quell’occasione quasi una trentina di enti o associazioni, una decina di scuole e i Consigli di fabbrica o i delegati Fiom delle nove maggiori aziende genovesi hanno raccolto o distribuito pacchi alimentari e giocattoli a molte migliaia di bambini e ai loro genitori.

La Cgil, le sezioni dell’Anpi, le Società di Mutuo Soccorso e dell’Arci, i Consigli di Fabbrica o i delegati Fiom, la Comunità di San Benedetto al Porto e i Circoli Operai hanno coordinato le loro attività facendo emergere una capacità di mobilitazione straordinaria: i nuovi volontari non sono centinaia, ma migliaia. Moltissimi giovani delle famiglie che ricevevano i pacchi gratuiti sono diventati, con orgoglio e determinazione, attivi protagonisti di questa solidarietà concreta. Così l’impegno a portare nelle case generi di prima necessità è continuato nei mesi con ancora maggiori energie.

Sono inoltre stati adibiti locali per la distribuzione gratuita alla Soms “La Castagna” e all’Associazione “Zenzero”. Nel Centro Storico in Via Canneto il Lungo è nato l’Emporio Solidale, promosso dall’Associazione il Cesto, l’Anpi Teresa Mattei e Genovasolidale.

Nel frattempo sui media si è aperto un dibattito su chi privilegiare negli aiuti: prima gli italiani? Gli ucraini prima degli afghani? E poi dopo, molto dopo, chi viene dall’Africa? Si sostiene che “non ci sono soldi per tutti”. Il Parlamento italiano ha deciso di portare la spesa militare annuale da 25 a 38 miliardi di euro. Con la spesa di un solo giorno, 104 milioni o anche solamente con gli euro d’incremento quotidiano, 36 milioni, quanti senzatetto, profughi e bisognosi si potrebbero aiutare?

A Genova sono emerse energie, legami ed esperienze per cui è possibile cercare di sostenere concretamente anche i profughi ucraini che hanno bisogno senza abbandonare chi già veniva aiutato. Una pratica presente dalle prime associazioni di mutuo soccorso e in tutta la storia di solidarietà internazionale del movimento operaio.

Solidarietà, accoglienza, e sostegno a tutti coloro che vivono in Italia e non hanno un tetto, difficoltà a procurarsi cibo e medicine e a chi fugge dalla guerra, dalle torture, dalla fame, senza distinzione di nazionalità, etnia, religione, colore della pelle.

Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro Genova

Massimo Bisca Presidente Anpi Genova

Domenico Saguato GenovaSolidale

Domenico “Megu” Chionetti Comunità S. Benedetto al Porto

Bruno Manganaro politiche industria e immigrazione Cgil Genova