L’Arcivescovo di Genova ha incontrato il Coordinamento ligure di “Mettiamoci In Gioco”.
Questa mattina Mons. Marco Tasca ha incontrato i rappresentanti del coordinamento che dal 2012 lotta al contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e delle azzardopatie nella nostra regione e nella nostra città! Con questa nota ci teniamo a ringraziare l’Arcivescovo Marco Tasca per la grande attenzione dedicata a questo lacerante tema, sempre più disgregante per la nostra società: le persone, le famiglie e il tessuto economico sano delle piccole e medie imprese, oggi resi tutti più molto fragili dalla pandemia. Mons. Marco Tasca ci ha incoraggiato ad andare avanti, dichiarando il suo massimo sostegno sul tema, accompagnando le future campagne e ponendo la sua attenzione sul tema. Abbiamo ricordato le recenti parole di Papa Francesco sul tema dell’usura che prospera intorno alle vittime del gioco d’azzardo patologico. “L’usura è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. ” L’incontro durato un ora ha toccato i diversi punti nella lettera che di seguito riportiamo. “Mettiamoci In Gioco” è una campagna nazionale diretta al contrasto ed alla diffusione del gioco d’azzardo, promossa al fine di informare e sensibilizzare le persone sui pericoli connessi all’azzardo stesso nonché a formulare proposte di contenimento di questo pericoloso fenomeno; in tale impegno “Mettiamoci in Gioco” unisce associazioni, molte delle quali confessionali, organizzazioni del terzo settore, enti pubblici, sindacati, giuristi e semplici cittadini. L’azzardo è azzardo, non è un gioco e genera crescente povertà e sofferenza. Ogni Ligure spende a testa circa 1.380 euro all’anno: è un dato ovviamente forzato perché non tutti i cittadini giocano. Almeno 1,3 milioni gli italiani sono affetti dalla malattia del gioco d’azzardo e circa 2.500.000 sono a rischio. Lo Stato incassa dal gioco legale 10,6 miliardi di euro e le mafie ricevono da quello illegale non meno di 20 miliardi di euro. Il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, attestandosi sul valore di 110,5 miliardi di euro. Erano 47 milioni e 554 mila euro nel 2008. La raccolta (l’ammontare delle giocate effettuate dalla popolazione su tutti i giochi disponibili su rete fisica) pro-capite (calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia) nel 2019 è stata pari a 2.180 euro.. La raccolta pro capite nelle province della Liguria è stata: Genova 1.330 euro, Savona 1.652 euro, La Spezia 1.471 euro, Imperia 1.132 euro. Prosegue inarrestabile la crescita della raccolta online (gioco a distanza): nel 2019 è stata pari a 36,4 miliardi di euro (+16% rispetto al 2018), un terzo delle giocate complessive in Italia. La media nazionale – calcolata sulla popolazione maggiorenne – è di 717 euro. Complessivamente il Gioco online è aumentato del 70% negli ultimi 4 anni. La legge regionale (L.R. n. 17/2012) detta norme finalizzate a prevenire il vizio del gioco, anche se lecito, e a tutelare determinate categorie di persone, oltreché a contenere l’impatto delle attività connesse all’esercizio di sale da gioco sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sulla quiete pubblica. Prevede altresì che l’autorizzazione all’esercizio del gioco lecito e delle sale da gioco non venga concessa nel caso di ubicazione in un raggio di 300 metri da luoghi sensibili frequentati da giovani (scuole, parchi strutture sportive) o residenzialità sanitarie e socioassistenziali. Sarebbe dovuta entrare in vigore il 2 maggio del 2017, ma così non è stato; con il DDL 191 del 2018 è stata prorogata, e quindi non applicata la legge, fino alla data di entrata in vigore del DDL 192, testo unico in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico. Se la legge fosse stata applicata avrebbe comportato una seria regolamentazione per gli esercizi commerciali dotati di macchinette: per Genova avrebbe significato l’eliminazione del 90% delle slot dai locali commerciali. L’offerta commerciale sul territorio dell’azzardo (slot machineVLT, gratta e vinci, botteghini delle scommesse) “stimola nella persona un patologico risparmio di coscienza e di volontà.” Oltre a questo dramma che rappresenta l’azzardo per le persone e le famiglie, esiste il collegamento con gli interessi della malavita organizzata. “In quasi il 50% delle persone o famiglie, che vengono quotidianamente ascoltate delle fondazioni antiusura, tra i diversi motivi del loro fallimento economico incide anche il gioco d’azzardo”. Spesso i due fenomeni si cercano e s’incontrano. Spesso le persone braccate dall’usura iniziano a giocare d’azzardo per tentare con la fortuna di risolvere i problemi di debito, oppure coloro che perdono al gioco e vogliono continuare a giocare e dopo aver smantellato il proprio patrimonio ricorrono al prestito dello strozzino per continuare a giocare. Le iniziative promosse nell’anno 2017 dal Coordinamento “Mettiamoci in gioco” che ha visto protagonista anche la Curia e Sua Eminenza il Cardinale Bagnasco con dichiarazioni pubbliche, ha costretto la giunta regionale ad incontri con questo coordinamento ed a interventi mirati a pubblicizzare che l’azzardo è un male che deve essere combattuto senza però applicare la legge. Oggi noi siamo a chiederLe di ripartire insieme, prima che riaprano tutte le sedi scommesse, perché una Sua parola resa pubblica, in quanto certamente sarebbe ripresa a mezzo stampa, potrebbe fare in modo che le Istituzioni si adoperino almeno nell’applicazione della legge regionale n.17 del 2012, attualmente in sospensione. Già questo sarebbe un primo e importante risultato per tante famiglie in grave difficoltà.
Chiara Volpato e Domenico Chionetti
per il Coordinamento Ligure “Mettiamoci In Gioco”