E’ raro se non impossibile trovare in città luoghi di aggregazione e integrazione di giovani di culture e nazionalità diverse, spazi fruibili gratuitamente dove ragazze e ragazzi possano passare del tempo assieme, discutere, leggere, assistere a proiezioni, concerti, presentazione di libri e studiare. Sì anche studiare, sabato, domenica, la sera, quando biblioteche, università, scuole sono chiuse e non accessibili e senza per forza dover ordinare una consumazione che li autorizzi ad occupare il tavolino del locale pubblico.
E’ altrettanto raro se non impossibile trovare in una periferia saccheggiata dall’invasione di centri commerciali e “non luoghi”, un’esperienza consolidata, nata dall’esigenza di creare un luogo di aggregazione per i giovani e diventata, in 30 anni di attività, punto di riferimento per il quartiere e non solo, grazie alla qualità degli eventi e delle proposte scaturite dal CSOA Zapata.
E’ innegabile che lo Zapata si trovi all’interno di un bene pubblico ed è perciò necessario, verificate le condizioni che 30 anni fa hanno determinato la nascita di questa importante realtà cittadina, che il Comune abbandoni atteggiamenti preconcetti, valuti le potenzialità dello Zapata per quello che ha dimostrato essere in questi decenni e per quello che rappresenta per Genova e con uno sguardo collettivo, lungimirante ed intelligente trovi soluzioni idonee a garantire la permanenza dello Zapata e la prosecuzione delle attività.
Camera del Lavoro di Genova e Anpi Genova