Essere “poveri energetici” o rischiare seriamente di diventarlo con forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come elettricità e acqua calda e a riscaldare o raffreddare correttamente le proprie abitazioni. A vivere in questa condizione è il 47% degli anziani, intervistati nell’ambito di una indagine realizzata dallo Spi-Cgil (il Sindacato dei pensionati) e dalla Fondazione Di Vittorio.
Secondo l’analisi il 14% degli anziani è da considerarsi indigente perché non può far fronte ai bisogni primari e non è nelle condizioni di poter mantenere una temperatura adeguata nella propria abitazione, anche in ragione della totale assenza di misure di efficientamento energetico – a partire dai doppi vetri – e in molti casi della mancanza dell’impianto di riscaldamento. Ad uno stato di povertà energetica si accompagnano generalmente condizioni di salute precarie se non compromesse.
Gli anziani a rischio povertà energetica sono invece oltre il 33%. Non hanno condizioni economiche familiari né agiate né di indigenza ma non riescono comunque a garantirsi una temperatura confortevole nell’ambiente domestico. Sono per lo più famiglie mononucleari (tendenzialmente vedove o vedovi) che vivono in abitazioni di dimensioni ridotte che non superano i 60 mq situate in condomini e in ambienti urbani.
Il 53% degli anziani a fronte di un maggiore disponibilità finanziaria è in grado di mantenere una temperatura adeguata sia nella stagione estiva che in quella invernale, senza ripercussioni negative sulle condizioni di salute. Riesce a pagare delle bollette a consumi limitati grazie all’adozione di misure di efficientamento energetico.
Attenzione ai bonus energetici, strumenti che sulla carta avrebbero dovuto limitare e contrastare questi fenomeni.Solo il 30% delle famiglie che avevano diritto ne hanno effettivamente fatto uso. Una percentuale che dimostra come la misura, seppur importante, non ha sortito gli effetti sperati e non ha coinvolto tutte le persone che ne avevano bisogno.
Dalla indagine è emerso che molti degli aventi diritto non ne hanno effettivamente fatto richiesta e che una parte rilevante delle famiglie che sono in condizione di povertà energetica ne resterebbe comunque fuori data l’architettura complessa della misura e il complicato iter amministrativo per attivarla.
Si rende pertanto necessario rafforzare questo strumento allargando la platea dei beneficiari, aumentando l’importo dei bonus e semplificando le procedure burocratiche che li regolano. Allo stesso tempo occorre anche puntare maggiormente sulle misure volte ad accrescere l’efficienza energetica delle abitazioni che consentono di abbattere la spesa riducendo i consumi di energia.