La videoconferenza: uno strumento che i “nonni” dello Spi Cgil Genova hanno imparato ad utilizzare in questo lungo e faticoso 2020. Modo di comunicare certamente “nuovo”, ma ormai sperimentato, tanto da permettere la partenza della seconda parte del progetto “Tempo sospeso”, a cura di Piero Repetto e Riccardo Camisasca.
Il tema è più che mai attuale: non bisogna dimenticare che le scuole superiori sono ormai di fatto nelle stesse condizioni della primavera scorsa, a causa della seconda ondata di coronavirus e del blocco delle lezioni in presenza. Torna, insomma, quel limbo, che per i ragazzi si traduce in una riduzione di rapporti sociali diretti, ma anche nell’opportunità di pensare con più calma ad un possibile futuro per se stessi e per il mondo che li circonda.
Il 5 novembre scorso hanno insomma preso il via gli incontri. “Certo a maggio – spiega Piero Repetto – nessuno di noi poteva prevedere che ci saremmo trovati a parlare di un primo lockdown seguito da un periodo di lockdown parziali e di una situazione pandemica sempre più preoccupante. I primi due incontri, prima al liceo Doria e poi all’istituto Firpo, hanno dato vita ad un dibattito molto vivace, con aspetti di grande consapevolezza e responsabilità, con ragazze e ragazzi soddisfatti di essere finalmente chiamati ad esprimersi in un confronto fra passato, presente e futuro prossimo”.
Il progetto, che ha già portato all’edizione di un volume dal titolo “Tempo sospeso. I giovani e il lockdown”, proseguirà con altri 12 incontri, ma soprattutto con l’impegno di insegnanti e studenti ad iniziare una fase di ricerca e di testimonianza attraverso i più diversi canali comunicativi, dalla scrittura alla fotografia, che diventerà oggetto di una tesina da presentare all’esame di maturità, una sorta di mosaico che rappresenti quello che i giovani pensano e non quello che gli adulti credono che loro pensino.