COMUNICATO
Lo SPI CGIL Genova esprime una forte preoccupazione per l’ipotesi, da più parti avanzata, un allentamento graduale della quarantena, mantenendo più a lungo le restrizioni per gli anziani.
Si tratta di una ipotesi sciagurata: infatti gli anziani hanno già pagato un prezzo pesante, e, soprattutto quelli che vivono da soli, si sono trovati isolati dalle loro famiglie e dalle loro relazioni sociali.
Ricordiamo che a Genova ci sono più di 50.000 anziani che vivono da soli. Di questi, 21.000 hanno un’età compresa tra i 75 e gli 84 anni e 14.000 hanno 85 anni e più.
La rarefazione dei contatti sociali, la lontananza dalle famiglie, la difficoltà ad accedere ai servizi, il rischio di malnutrizione e di incidenti domestici si sono accentuati drammaticamente, soprattutto per le classi di età più elevate, anche per l’assenza di adeguati servizi di assistenza domiciliare.
Impedire a questi cittadini di riprendere la loro vita normale, tenerli più a lungo confinati in casa vuol dire arrecare loro un danno irreparabile e che, in alcuni casi, può condurre alla perdita dell’autosufficienza.
Gli anziani hanno bisogno di una vita sociale, di relazioni di amicizia e di affetto, di attività fisica.
Gli anziani costituiscono un patrimonio sociale rilevante, come si è dimostrato anche recentemente, quando, insieme ad altre associazioni, AUSER e SPI CGIL hanno supportato il Comune di Genova nell’assegnazione e nella distribuzione dei buoni pasto per famiglie in difficoltà economica.
Gli anziani sono una risorsa, non un peso morto per la società e trattarli come tali è indegno di un paese civile.
Lo SPI CGIL Genova ritiene che ogni provvedimento discriminatorio nei confronti delle persone anziane deva essere contrastato con forza e si impegna, nel caso, a mettere in atto tutte le necessarie azioni per opporvisi.