Sono stati 26.800 i contratti registrati dall’Inps nel primo trimestre 2023 nell’area della città metropolitana di Genova con una contrazione di 1.539 assunzioni (meno 5,5 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente “E’ un dato preoccupante che indica la sofferenza del mercato del lavoro nel nostro territorio – dichiara Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova”. I dati Inps, elaborati da Marco De Silva responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria, si riferiscono alle assunzioni con rapporti di lavoro dipendente nel settore privato relativi al primo trimestre 2023. “In generale continuano ad aumentare i contratti di lavoro precario, mentre calano quelli a tempo indeterminato e determinato che sono le forme di maggiore tutela per chi lavora – commenta Magni – “Abbiamo più volte sostenuto la necessità di diversificare le politiche sul lavoro creando le condizioni affinchè la ricchezza dei settori sia distribuita su tutti, non solo a vantaggio delle imprese. Il settore dei servizi e del turismo dovrebbe essere maggiormente monitorato dall’intervento pubblico così come si dovrebbe investire maggiormente sulla manifattura che ancora oggi è il settore che crea maggiore valore aggiunto a favore di tutti gli altri comparti”.
Genova, rispetto al resto della Liguria ha una bassa incidenza dei contratti stagionali sul totale delle assunzioni (5,8% contro la media regionale dell’11%) che, unito al rallentamento delle assunzioni nella pubblica amministrazione (-7,3 per cento), ha determinato un primo segnale di stanchezza del mercato del lavoro. Come spiega De Silva sono due i dati particolarmente rilevanti “La città metropolitana di Genova che rappresenta il 56% delle assunzioni totali della regione, risente più di altre province delle perduranti incertezze del quadro economico e produttivo, soprattutto nelle medie e grandi imprese: infatti qui il ricorso al lavoro somministrato cala del 12,7 per cento e quello a tempo determinato del 12,2 per cento (media Liguria -6.9%), mentre sono in crescita rispetto al 1° trimestre 2022 esclusivamente i contratti stagionali (+23,7 per cento) e quelli a chiamata (+13,3 per cento)”.