Brusco calo dell’occupazione dipendente in Liguria: è quanto emerge oggi dai dati relativi al terzo trimestre 2023 pubblicati dall’ISTAT.
Dalle elaborazioni di Marco De Silva responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria emergono tre novità negative: la prima è che crolla l’occupazione dipendente di -10.240 unità (-2,1% sull’anno precedente in controtendenza rispetto alla media del Nord-Ovest (+1,5%) e a quella nazionale (+2,2%)).
La seconda è che l’incremento in Liguria di 6.006 unità (+1%) sull’occupazione totale (occupati dipendenti + occupati indipendenti) è inferiore sia alla media del Nord-Ovest (1,5%) sia alla media nazionale (2,1%). Quindi l’occupazione in Liguria cresce meno e l’incremento si registra solo grazie al lavoro indipendente che cresce di 16.247 unità pari al +11,7% rispetto ad una crescita di tutto il Nord-Ovest del +1,3% e dell’1,6% della media italiana.
La terza è che si allarga il divario occupazionale di genere che sale al 23,1% dal 22,3% del 3° trimestre 2022. Inoltre, l’occupazione femminile in Liguria cresce 4 volte meno rispetto alla media del Nord Ovest e 6 volte meno rispetto alla media nazionale (+0,4% rispetto all’1,7% del Nord Ovest e al 2,5% della media italiana).
“Siamo davanti ad uno stravolgimento della composizione del lavoro in Liguria – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria – i dati sono evidenti: risalta la performance negativa ligure sugli occupati dipendenti nei confronti del resto del Paese. Sarebbe opportuno – commenta Calà – evitare i soliti toni trionfalistici per riflettere su quello che sta succedendo sul fronte dell’occupazione e sulle condizioni di lavoro e sulla conversione della qualità dell’economia ligure e del suo sistema produttivo.”
In chiusura Marco De Silva segnala che riguardo la diminuzione dell’occupazione dipendente si registra un calo diffuso in tutti i settori, con l’unica eccezione nelle costruzioni, e che “la popolazione di riferimento tra i 15 e gli 89 anni tra il terzo trimestre 2018 ed il terzo trimestre 2023 è diminuita di oltre 26 mila unità pari al -2% e ciò spiega, almeno in parte, l’aumento del tasso di occupazione ed il calo di quello di disoccupazione”.