La nuova Amministratrice Delegata di RFI, Vera Fiorani, ha recentemente illustrato l’utilizzo delle risorse destinate alla Liguria. Si tratta di 13 miliardi di investimenti dedicati alla rete ligure che, secondo Rfi, porteranno ad un aumento di 20 treni al giorno sulle lunghe percorrenze. Questo è quanto annunciato. Ad oggi la realtà è un’altra: nei mesi scorsi, la società Thello controllata da Trenitalia, ha soppresso i tre servizi di andata e ritorno Milano-Nizza-Marsiglia provocando un disagio tra i pendolari, perdita di occupazione tra il personale dedicato alle lunghe percorrenze e tra l’indotto (servizi di pulizie, ristorazione, ecc), difficoltà per chi vuole effettuare lunghe tratte utilizzando il treno, vista anche la situazione delle autostrade liguri. E’ paradossale che, da una parte si denuncino le code generate dai cantieri autostradali che paralizzano la Liguria nei mesi estivi, e dall’altra, nella generale indifferenza, siano soppressi i servizi ferroviari che potrebbero ridurre la mobilità privata. Ci auguriamo che lo stesso destino non sia previsto anche per il trasporto delle merci, e che le previsioni di un aumento di 80 treni al giorno sul nodo di Genova, per effetto delle nuove opere, si realizzi nel concreto contribuendo a decongestionare le nostre strade e a ridurre realmente le emissioni inquinanti.
Troviamo surreale che, nell’anno in cui il dibattito pubblico sul potenziamento delle infrastrutture ferroviarie liguri con il Piano nazionale di ripresa e resilienza monopolizza le prime pagine della stampa, nessuno si accorga che sulle linee attuali vengono a mancare addirittura tre coppie di treni passeggeri a lunga percorrenza internazionali. Su questa partita il sindacato, unitariamente, ha subito chiesto l’intervento della Regione Liguria, in prima battuta perché fortemente preoccupato per la tenuta occupazione del settore, ma dall’altro perché in vista della stagione estiva rischia di venire a mancare un servizio fondamentale per il turismo della Liguria. Il sindacato ha chiesto che per sopperire a questo disservizio venissero ripristinati gli intercity che prima del Covid viaggiavano sulla tratta, ma ad oggi questo non è accaduto. Si tratta di un precedente pericoloso perché se non si riescono a ripristinare tre coppie di treni, ci si chiede chi pagherà i 60 treni regionali in più che potranno essere ospitati dalle nuove tracce generate dal potenziamento del nodo ferroviario metropolitano. Sulle infrastrutture non si può prescindere da una visione più ampia dell’idea di mobilità del Paese che immaginiamo per le prossime generazioni, ma siamo ancora distanti da un impegno serio sia del pubblico che delle imprese private per affrontare la sfida vera della mobilità sostenibile: servono maggiori risorse anche per le imprese ferroviarie merci e serve incrementare il numero di passeggeri se vogliamo sviluppare questo settore e generare nuovi posti di lavoro di qualità.
Laura Andrei
Segretaria Generale Filt Cgil Liguria