Le linee guida per il trasporto pubblico a partire dal 4 maggio sono contenute nel DPCM del 26 aprile che, fra le altre cose, indica a persone e aziende le norme di comportamento necessarie a garantire il contenimento del Covid 19, nel momento i cui milioni di lavoratrici e lavoratori riprenderanno molte attività sino ad oggi sospese.
Gli atti governativi ribadiscono la necessità del distanziamento personale di un metro tra viaggiatori, sia sui mezzi che alle fermate, e l’obbligo di mascherine, anche di stoffa, a bordo. A tal proposito, il Governo lascia alle imprese, come è normale che sia, l’onere di mettere in campo le misure organizzative atte a dare applicazione alle norme, oltre a individuare la responsabilità individuale quale elemento fondamentale per il loro rispetto.
Per garantire la sostenibilità economica delle aziende, penalizzate da maggiori costi per le igienizzazioni e i dpi, e dai minori ricavi da biglietti, è previsto dal legislatore il mantenimento del pagamento dei corrispettivi dovuti in assenza di decurtazioni ai servizi, e nel prossimo decreto saranno stanziate ulteriori risorse per aumentare tali sostegni.
Nei giorni scorsi abbiamo incontrato le aziende e la Regione, in alcuni casi sottoscrivendo anche protocolli per la gestione della cosiddetta fase 2, chiedendo in particolare alle Prefetture quali saranno le misure messe in campo per attuare i controlli e le sanzioni, di loro competenza.
Purtroppo, nonostante questa delicatissima fase necessiti, da parte di tutti, di un grande senso di responsabilità, dobbiamo denunciare che anche sul trasporto pubblico locale la campagna elettorale permanente rischia di farla da padrone, mettendo in secondo piano ruoli e competenze. Infatti, in attesa dell’emanazione del decreto contenente gli aiuti alle imprese e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, la Regione Liguria scarica la responsabilità della gestione del trasporto pubblico locale dal 4 maggio sul Governo, denunciando il caos delle norme e la scarsità di risorse, in decisa contraddizione rispetto alle continue richieste di spazi di maggiore autonomia, che si sono recentemente sostanziati anche nelle ordinanze che anticipano i provvedimenti governativi.
Insomma, dalla Regione solo strumentalizzazioni, con il rischio che alcune aziende, in assenza di una posizione chiara dell’amministrazione, provino a fare cassa sugli ammortizzatori sociali, nel momento in cui noi riteniamo sia invece necessario che tutti gli addetti siano impegnati attivamente, con le dovute protezioni previste dal protocollo del 24 aprile, e le tutele necessarie per i lavoratori fragili, in una ripresa sicura e responsabile.
Laura Andrei – Federico Vesigna
Segretari Generali Filt Cgil Liguria e Cgil Liguria