Treni, serve una svolta
La Liguria ha un disperato bisogno di tutti gli investimenti disponibili per le proprie infrastrutture, in particolare – e come la Filt Cgil denuncia da anni – per quelle ferroviarie.
Per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, a partire da una mobilità ambientalmente sostenibile e con l’obiettivo di ridurre il congestionamento stradale, considerati anche gli anni di cantieri che ci aspettano sulle autostrade, la Filt sostiene tutte le soluzioni che permettono di aumentare le quote di merci trasportate via treno e che privilegiano per gli spostamenti il trasporto pubblico rispetto al mezzo privato.
In attesa della realizzazione delle opere, e soprattutto per le tratte dove non sono realizzabili reti di alta velocità per le condizioni orografiche complesse, a chi cerca soluzioni per aumentare la velocità commerciale dei treni passeggeri vogliamo ricordare che in Liguria viaggiava fino a qualche anno fa il cosiddetto Pendolino, che permetteva di risparmiare il 20 per cento del tempo di percorrenza tra Genova e Spezia grazie a una tecnologia brevettata in Italia e poi esportata in tutto il mondo, anche sui treni regionali.
Ma Trenitalia ha scelto da diversi anni di non investire più in elettrotreni ad assetto variabile, quindi le “Frecce” di Trenitalia non sono più dotate del meccanismo che permetteva di assecondare il movimento dei treni “pendolando” lungo le curve delle nostre Riviere, mantenendo standard di velocità più elevati degli attuali.
A ciò si aggiunga che Rfi, il gestore infrastruttura nazionale, ha anch’esso deciso di disinvestire sulla rete tradizionale riducendo i costi della manutenzione dei binari di precedenza, banalmente scegliendo di eliminarli quasi tutti.
Si è trattato di due scelte industriali delle società del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che hanno inciso negativamente sulla qualità del servizio ferroviario in Liguria. Un settore che non può puntare sicuramente sugli standard dell’alta velocità del resto della rete nazionale, ma che deve investire su tutte le soluzioni tecnologiche innovative possibili per essere all’altezza dei volumi dei suoi tre porti per ciò che riguarda il trasporto merci (a maggior ragione dopo la realizzazione delle nuove dighe di Genova e Savona), e del suo turismo per il trasporto persone.
In questo quadro il sindacato vuole quindi ragionare di maggiori opportunità di sviluppo, ma anche di migliore qualità delle condizioni di lavoro; ma senza un impegno concreto sul servizio da parte di tutti gli attori in campo gli obiettivi non possono essere raggiunti. In particolare è necessario sottolineare che per la velocità dei treni in Liguria servono innovazioni tecnologiche su reti e mezzi (ad esempio elettrotreni ad assetto variabile almeno per i treni a lunga percorrenza, sistema ERTMS a sostegno del macchinista nella guida, ripristino dei binari di precedenza lungo le Riviere). Per la qualità del lavoro serve un quadro di regole all’interno del quale si fissano le condizioni minime di tutela degli addetti e su questo i sindacati di categoria hanno chiesto di incontrare gli Assessorati regionali al Lavoro e allo Sviluppo economico perché il traffico ferroviario da e per i porti non si sviluppi sul dumping salariale.
Se l’obiettivo comune è quello di decongestionare le strade e rendere accessibile la nostra regione non solo commercialmente, ma anche ai turisti e alle migliaia di pendolari che vi transitano quotidianamente, la Regione Liguria deve incidere maggiormente sulle scelte di Trenitalia e, a livello centrale, vanno adeguati i contributi dedicati al servizio pubblico a partire dall’incremento del fondo nazionale trasporti per il servizio regionale.
Laura Andrei
Segretaria Generale Filt Cgil Liguria