Il 24 luglio abbiamo deciso di scioperare in Liguria, non per far perdere ore di lavoro, ma per salvaguardare l’occupazione a rischio a causa dello stallo nella trattativa tra Ministero dei Trasporti e concessionari autostradali; una somma di tatticismi esasperati che stanno tenendo in ostaggio la nostra regione con i lavoratori preoccupati e disorientati.
Il sistema infrastrutturale della Liguria già arretrato per scelte passate errate, è oggi messo a dura prova, così come l’economia basata sui tre porti. Le scelte forzate che alcune compagnie di navigazione si troveranno a compiere per la situazione contingente, come ad esempio è accaduto con la compagnia Cosco, metteranno a rischio migliaia di posti di lavoro e non solo nel comparto dei trasporti e della logistica. Con lo sciopero regionale dei trasporti del 24 luglio 2020 chiediamo ai nostri interlocutori, istituzioni nazionali e locali, scelte chiare negli investimenti, a iniziare dallo sblocco della gronda autostradale, attraverso una rapida definizione del contenzioso aperto con Aspi dopo il crollo del ponte Morandi.
La Filt Cgil e la Uiltrasporti Uil non cedono alle provocazioni di chi le accusa di scioperare per appoggiare la campagna elettorale di qualcuno: noi stessi abbiamo chiesto alle istituzioni, anche locali, di farsi carico delle proprie responsabilità, abbassando i toni e promuovendo iniziative concrete e costruttive per la soluzione al problema viabilità autostradale. Lo abbiamo fatto proprio insieme al MIT, attraverso il dialogo e la concertazione, strumenti che appartengono alla buona politica e non alla vie facili dei social.
Non amiamo la politica che delega il proprio ruolo alla magistratura, senza fare nulla e aspettando sentenze, al contrario crediamo che occorra coraggio per fare scelte adeguate per questo territorio complicato, che con i suoi bellissimi paesaggi obbliga le sue reti di comunicazione a inerpicarsi fra scogliere, monti e dirupi, determinando alti oneri di manutenzione per strade e ferrovie e ingenti investimenti per nuove costruzioni.
Serve quindi coraggio per progettare un rilancio di lungo respiro, occorre mettere in campo strategie di investimento delle risorse pubbliche sulle grandi opere: i gravissimi ritardi del terzo valico, del raddoppio della linea ferroviaria di Ventimiglia e della Pontremolese, non si devono ripetere. È giunta l’ora di definire il contenzioso con Aspi, perché serve chiarezza anche sul futuro dei lavoratori di autostrade, troppo spesso capri espiatori di colpe non loro.
Chiediamo anche che le dichiarazioni per la mobilità sostenibile, a iniziare dalle merci su ferro, non siano sempre e solo parole, ma si trasformino in incentivi reali per gli operatori che scelgono di rivolgersi alle imprese ferroviarie per i collegamenti da e per i porti.
Vanno prese infine decisioni chiare a favore della mobilità pubblica per decongestionare le aree urbane, e questo si può fare solo condividendo un serio percorso di investimenti sui piani urbanistici, con un dialogo concreto con il mondo del lavoro su programmazione e obiettivi.
Ci sembrano motivi molto concreti questi, condivisi dai lavoratori che rappresentiamo e non banali chiacchiere da campagna elettorale. Chiediamo tavoli veri dove il sindacato non sia utilizzato per passerelle mediatiche, ma per sottoscrivere accordi.
Questo è il nostro ruolo e lo rivendichiamo, anche con le azioni di conflitto e di mobilitazione dei lavoratori, i quali sanno benissimo che: “Per fare la frittata bisogna rompere le uova”.
Laura Andrei e Enrico Poggi, rispettivamente segretari Filt Cgil Liguria e Genova e Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti Liguria.