2023: un anno difficile, da affrontare insieme. Intervista a Maurizio Calà, Segretario Generale Cgil Liguria
Intervista a Maurizio Calà, Segretario Generale Cgil Liguria, pubblicata su “Info, servizi fiscali” del Caaf Cgil Liguria:
CHE 2023 CI DOBBIAMO ASPETTARE?
La situazione è a dir poco allarmante.
Scontiamo ancora gli strascichi della pandemia e siamo nel pieno di una crisi energetica che sta spingendo in recessione l’economia.
Abbiamo chiuso il 2022 con un’inflazione all’11,6% e ci siamo svegliati il primo dell’anno con un aumento di 25 centesimi su benzina e gasolio per effetto della cancellazione dello sconto sulle accise introdotta dal nuovo governo.
La si può raccontare come si vuole, ma in un paese dove il 90% delle merci viaggia su gomma, l’aumento dei prezzi del carburante ha un riflesso diretto sul prezzo di tutti i beni, a partire da quelli di prima necessità.
COME SE LA CAVANO I LIGURI?
Non troppo bene.
Viviamo un autunno demografico che da noi è arrivato prima che nel resto del paese.
Di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione risulta, pertanto, incomprensibile, oltreché assolutamente insopportabile, la becera polemica politica contro gli sbarchi degli immigrati, che sono invece una risorsa per invertire il processo e tornare a crescere.
Nel frattempo, anche in Liguria cresce il numero delle persone in condizione di difficoltà e il lavoro non è più un antidoto al rischio di scivolare in povertà.
Basti pensare che un adulto su cinque è a rischio povertà e per i bambini il rapporto sale a uno su quattro.
Si stima che per mangiare una famiglia di 4 persone debba spendere 700 euro in più, ma se si tiene conto anche delle bollette, schizzate in alto con l’arrivo del freddo, la stangata può arrivare anche a 2800 euro in più all’anno.
Con un’inflazione a 2 cifre si erode il potere d’acquisto di salari e pensioni, che erano già tra i più bassi d’Europa.
Non è un caso che anche l’anno scorso abbiamo scioperato e manifestato contro il governo Draghi perché nella riforma fiscale messa in cantiere si restituiva troppo poco a chi aveva di meno.
Ma quest’anno è diverso e persino peggio.
E non solo perché la maggioranza di destra che ha vinto le elezioni rappresenta una minaccia per la tenuta dei diritti civili e sociali, a partire dalla libertà delle donne, per passare al nuovo progetto di autonomia differenziata che rischia di allargare le diseguaglianze nel paese.
Quest’anno è molto peggio perché lavoratori dipendenti e pensionati non avranno nulla e se possibile gli verrà tolto qualcosa per darlo a chi non paga le tasse.
DA CHE PARTE STA IL GOVERNO MELONI?
Sul fisco l’aumento della flat tax per le partite iva sino a 85.000 euro è una chiara scelta di campo che fa il paio con la politica dei condoni che più educatamente si definisce tregua fiscale, come se fossimo in guerra e il bersaglio non fossero gli evasori ma lo Stato vampiro.
Il taglio della rivalutazione delle pensioni superiori a 4 volte il minimo risponde alla stessa logica.
Parliamo di pensioni da 2100 euro lordi, 1600 euro netti, pensioni costruite in una vita da lavoro dipendente che vengono brutalmente tagliate per fare cassa e aumentare le minime che, il più delle volte, sono pensioni di chi i contributi non li ha neppure versati.
L’inflazione è la peggiore tassa sui poveri e con i salari fermi al palo le famiglie sono costrette a tagliare le spese e il rischio è quello di un avvitamento perché se non compra più nessuno anche il sistema produttivo va in corto circuito.
Ecco perché diciamo che ai lavoratori dipendenti manca una mensilità, che deve essere recuperata con un taglio di almeno il 5% del cuneo fiscale.
Ecco perché chiediamo la reintroduzione del fiscal drug, altrimenti anche di fronte ad un incremento delle retribuzioni, soprattutto per i redditi medio bassi, si rischia solo di pagare più tasse.
E I GIOVANI?
Continuano ad essere i grandi assenti nell’agenda politica di questo paese.
La realtà dei nostri giovani è fatta di lavori precari, bassi salari e nessuna speranza di poter andare in pensione.
A queste condizioni è difficile progettare il futuro.
Servirebbe una riforma del mercato del lavoro, per riconoscere diritti e dare maggiori certezze e invece si è scelto di allargare le maglie della precarietà, con il ritorno dei voucher, che avevamo cancellato con la nostra campagna referendaria.
Ma soprattutto si smonta il codice degli appalti con il ripristino del subappalto selvaggio.
E poi non c’è niente sulla pensione di garanzia.
A PROPOSITO DI PREVIDENZA, A CHE PUNTO E’ IL CONFRONTO CON IL GOVERNO?
Nell’ultima manovra di bilancio si è proseguito nel solco dei precedenti governi, varando quota 103, ma lasciando inalterato l’impianto della Fornero.
Anzi, se possibile, si è fatto persino peggio manomettendo le regole di opzione donna che è diventata una misura praticamente inservibile.
Al tavolo con il governo abbiamo ribadito la necessità di introdurre nel sistema previdenziale maggiore flessibilità, garantendo la possibilità di uscita al compimento dei 62 anni di età o con 41 anni di contributi.
Vedremo cosa succederà nel prosieguo del confronto, ma resta evidente che senza adeguate risorse è impossibile affrontare le storture della Fornero.
IN ULTIMA ANALISI, DI FRONTE ALLA CRISI DELLA SINISTRA POLITICA, QUAL E’ IL RUOLO DELLA CGIL?
Premesso che siamo orgogliosi della nostra autonomia, ma non indifferenti alla politica, il ruolo della Cgil è quello di stare al fianco dei lavoratori e dei pensionati, a partire da quelli che sono più in difficoltà, per creare migliori condizioni di vita e di lavoro.
Oggi c’è bisogno di più e non di meno sindacato.
Di un sindacato che rinnova i CCNL.
Di un sindacato confederale che difende i diritti e tutela il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, anche attraverso un welfare pubblico più inclusivo e di qualità.
Di una Cgil che sa coniugare tutela collettiva e tutela individuale, investendo con convinzione sul sistema dei servizi.
Da questo punto di vista il CAAF CGIL LIGURIA rappresenta un presidio fondamentale per consentire a iscritti e cittadini di poter far valere i propri diritti ed è grazie alla professionalità dei nostri operatori se riusciamo a rispondere con competenza alle numerose problematiche di tutti coloro che quotidianamente si rivolgono ai nostri sportelli.