8 marzo: Cgil Genova e Liguria “donne penalizzate in tutto l’arco della vita lavorativa”
L’8 marzo 2024 si celebra la Giornata Internazionale dei diritti della donna. Come ogni anno la Cgil mette in campo tante iniziative pubbliche e sui luoghi di lavoro per affrontare e discutere delle discriminazioni che ancora oggi le donne sono costrette a subire nella quotidianità, in ambito familiare, lavorativo e sociale. Le disparità salariali, le difficoltà ad accedere a molte professioni, il lavoro familiare di cura, sono solo alcuni degli ostacoli che impediscono alle donne la piena realizzazione personale.
I dati Inps e Istat su lavoro e retribuzioni a Genova e in Liguria definiscono un quadro molto preoccupante. Secondo le elaborazioni del responsabile Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria, Marco De Silva, tra il 2018 e il 2022 l’occupazione femminile nella Città Metropolitana di Genova è calata dell’1 per cento a fronte dell’incremento del +5,6 per cento di quella maschile (a livello ligure le percentuali sono rispettivamente dello +0,5 e del +3,9%).
I toni trionfalistici che accompagnano i dati sull’occupazione vengono ridimensionati da quelli sulle assunzioni con contratti di lavoro dipendente registrati nei primi tre trimestri del 2023; complessivamente a livello regionale, le assunzioni registrano una contrazione dello 0,7% per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, solo il 40 per cento è rappresentato da donne. Altro elemento che segna la discriminazione tra i generi è rappresentato dall’intensità di lavoro, dato che misura la prestazione lavorativa in giornate medie lavorate annue: le donne lavorano mediamente (dato 2022) 14 giorni in meno degli uomini, differenza in aumento rispetto al 2019 quando lo scarto era di 9 giornate. La condizione negativa di essere occupate poco e in condizioni precarie si scarica sulle retribuzioni dove la differenza media annua tra lo stipendio di un maschio rispetto ad una femmina è del 35 per cento, elemento che a cascata si ritrova anche nel reddito pensionistico medio con un divario del 30 per cento medio in meno sempre a scapito delle donne.
Per Igor Magni e Maurizio Calà rispettivamente Segretari Generali di Cgil Genova e Liguria “La condizione delle donne non è accettabile sia sul piano sociale perché su di loro grava gran parte del lavoro di cura all’interno delle famiglie, sia su quello lavorativo con le differenze contributive e le discriminazioni professionali che subiscono. E le prime a discriminare le donne sono le istituzioni: ad esempio, è sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri da parte di una donna che il Governo ha eliminato la condizionale che assegnava alla componente femminile il 30% dei posti di lavoro creati da bandi legati al PNRR, misura che la Cgil ha prontamente chiesto di ripristinare. Infine c’è l’odiosa questione della violenza di genere sulla quale, a partire dagli uomini, è necessaria una vera a propria rivoluzione culturale” Concludono i sindacalisti.
Uguaglianza di genere, pari opportunità, rimozione di quei vincoli che ancora relegano le donne in una condizione di discriminazione sono gli argomenti filo conduttore delle iniziative Cgil in Liguria disponibili al sito www.liguria.cgil.it
Cgil Genova e Liguria