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Il rapporto tra sviluppo e lavoro è inscindibile sia per gli aspetti qualitativi sia per quelli quantitativi: più forte è questo rapporto, più alto è il benessere del territorio.

In Liguria i dati Istat sull’occupazione rilevano nel 2021 un incremento del 2,6 per cento sul 2020, ma rispetto al 2019 mancano all’appello ancora 7.400 posti di lavoro. Incrociando i dati Istat con quelli Inps si scopre che ben l’83 per cento della nuova occupazione è precaria e ciò rappresenta un problema per anche per lo sviluppo.

Sono necessarie azioni che in Liguria si declinano nella necessità di lavorare sulla qualità dello sviluppo, del lavoro e dei livelli occupazionali; a livello nazionale, occorre cancellare le leggi che hanno impoverito le famiglie e che hanno scaricato sui giovani i costi di scelte sbagliate.

Il protocollo siglato in Liguria il 4 maggio scorso sugli appalti pubblici, servizi e forniture di servizi è un tentativo di concretezza che va in questa direzione. Il protocollo si prefigge di contenere la precarietà salvaguardando il rapporto lavorativo e contrattuale di chi presta la propria opera e riduce il dumping tra le imprese, ossia quella pratica per cui tante aziende, per diminuire i costi, non applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro o ne applicano di non appropriati. L’applicazione del protocollo quindi garantisce maggiore legalità e sicurezza perché chi rispetta i lavoratori rispetta anche la loro vita e le leggi andando ad aumentare il livello della qualità dell’offerta pubblica.

La stessa filosofia ha guidato la firma del Patto per il Turismo che quest’anno si è rinnovato con l’erogazione di incentivi alle aziende che aumentano l’occupazione e garantiscono periodi di apertura delle attività più lunghi investendo sulla destagionalizzazione del settore.

Infine il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che deve diventare strutturale. La sua realizzazione va sostenuta con risorse dedicate perché solo attraverso di esse sarà possibile fruire dei benefici che il Piano porta con sè: gli investimenti del PNRR vanno sostenuti a partire dal trovare le risorse per le figure professionali che serviranno ad attivarne i servizi. Il nodo delle risorse non è secondario e va discusso a livello istituzionale, politico e con le controparti; in caso contrario avremo perso una grande occasione.

Per concludere e per quando detto sin qui, credo non sia il tempo di patti generici, ma di accordi specifici condivisi con le parti sociali che si basino sulla concretezza e sui risultati.

Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria

 

per il video completo dell’intervento al convegno regionale del 20 maggio a Genova clicca qui