Caro Guido,
anche quest’anno Genova è qui a ricordarti. Il farlo non è mai stato e non è un momento di semplice celebrazione, ma un’occasione importante di passaggio della memoria di giorni e fatti che hanno segnato la storia della nostra Città, del nostro Paese e la vita di chi quel periodo storico, non lontano, lo ha vissuto.
Trasmettere senza retorica la memoria di quel tempo, della tua figura di uomo, militante politico e sindacalista deve esserci utile a ricordare in ogni momento da dove veniamo, per cercare di evitare che alcune pagine drammatiche del nostro passato possano ripetersi. E serve a capire come importanti e fondamentali pagine della nostra storia siano state scritte da persone normali, donne e uomini che non hanno esitato a fare la cosa giusta quando hanno dovuto scegliere, anche mettendo a repentaglio la propria vita.
Perchè tu sei e resterai nella storia tra le persone che hanno lottato per la nostra democrazia, per i valori della giustizia, della libertà, dell’uguaglianza e della dignità del lavoro con la tua passione politica, ma soprattutto con la tua normalità di uomo.
Tu Guido, operaio dell’ITALSIDER, sindacalista della FIOM CGIL eletto nel consiglio di fabbrica, iscritto al Partito Comunista Italiano, insomma un compagno.
Tu che sei stato bambino durante la guerra e che sapevi cosa vuol dire la dittatura, l’annullamento dei propri diritti, la violenza, la paura ma anche la solidarietà, la voglia di giustizia e di riscatto.
Tu che alle spalle non avevi che una licenza di terza commerciale, la scuola dei poveri destinati ad una vita operaia. Ma eri un “intellettuale”, nel senso più nobile: “intellettuale del fare”, capace di dedurre dalla tua stessa esperienza le linee del cambiamento e dell’emancipazione e in quella direzione operare, per te e per tutti, nel segno della solidarietà.
Oggi, a 44 anni di distanza, termini come solidarietà, giustizia sociale, rispetto dell’altro, soprattutto nell’attuale quadro politico, sembrano lontani e desueti.
Oggi, 44 anni dopo il tuo sacrificio, il quadro è desolante in Italia e nel mondo. Vincono i populismi, dominano le divisioni, nascono muri, fisici e non.
Sono aumentate e continuano ad aumentare le spaccature, spesso volute, tra nord e sud, tra uomini e donne, giovani e anziani, italiani e immigrati che lasciati al loro destino muoiono a centinaia in mare e nei loro Paesi, mentre assistiamo a politici che si fanno vanto dei porti chiusi e vendono come valore l’egoismo, utilizzando una violenza verbale che nulla ha a che vedere con i bisogni di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e soprattutto dei tanti giovani senza futuro.
Non è certo questa la tua lezione, Guido. Non è certo questo il messaggio del tuo sacrificio. E per chi crede negli stessi valori di uguaglianza e democrazia in cui tu hai creduto e per i quali hai dato la vita, questa constatazione è a dir poco desolante.
Il nostro dovere è di non lasciare che la tua sia solo una storia da raccontare, ma un modello da seguire.
Perchè ricordarti non può e non deve essere solo la celebrazione del tuo barbaro assassinio: la memoria sta nel trasmettere i tuoi valori, non nel celebrare l’eroe; agire il tuo insegnamento nel quotidiano, con sempre maggiore concretezza e non una volta l’anno sulle passerelle.
La memoria è parte vitale della costruzione del nostro futuro e non saremo mai veri protagonisti se non avremo la forza di riconoscere la continuità degli ideali, delle conquiste sociali raggiunte nel cammino di cambiamento della nostra comunità.
E allora è importante riflettere su come stiamo trasmettendo alle nuove generazioni i valori della solidarietà e del lavoro, su che tipo di mondo stiamo preparando per loro.
Perchè la battaglia per la libertà non concede tregua e i fantasmi del passato sono sempre in agguato e contro di essi la coscienza di ogni cittadina e di ogni cittadino ha il dovere di essere vigile e di essere forte.
Dalla tua storia Guido, dal tuo sacrificio abbiamo imparato che la democrazia si difende se resta se stessa e non rinuncia ai propri valori, scolpiti nella nostra amata Costituzione.
E sappiamo che dalla tua, dalla nostra Genova saprà venire sempre un apporto vigoroso, come nella storia è stato.
Uomini come te insegnano a non arrendersi; grazie Guido per l’esempio che hai dato a tutti, il tuo coraggio è e sarà la nostra grande forza.
Genova, 24 gennaio 2023
Aurelia Buzzo Camera del Lavoro di Genova
Intervento piazza Piccapietra. BOZZA NON CORRETTA