“Il Governo e la maggioranza parlamentare, con il voto definitivo al cosiddetto collegato Lavoro, hanno deciso scientemente di peggiorare le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli.
“Un’operazione decisa ignorando le richieste di chi rappresenta i lavoratori, negando, gravemente, qualsiasi forma di dialogo sociale. Anche nel passaggio al Senato si è scelto di non confrontarsi sulle proposte e gli emendamenti presentati, di non incontrare le organizzazioni sindacali, di non svolgere dibattito”.
“Il provvedimento appena varato è di una gravità inaudita”, prosegue la dirigente sindacale: “perché – spiega – non farà altro che ridurre le già fragili tutele nel lavoro, aumentando la precarietà, i contratti brevi e il lavoro povero e indebolire la contrattazione”.
“Invece di ascoltare le istanze del sindacato, di ripensare i contenuti del provvedimento, si è scelto – sottolinea Gabrielli – di andare dritti verso un mondo del lavoro che peggiorerà la dignità e le tutele dei giovani, dei neet, delle donne; che non fornirà risposte ai part time involontari, ai lavoratori a termine, ai somministrati e agli stagionali, a chi ha un’occupazione al nero e irregolare, agli autonomi con o senza partita iva; che non punterà a eliminare i contratti più poveri e precari”.
Secondo la segretaria confederale “con l’arroganza del potere si continua a mostrare il volto patinato dei numeri relativi alla crescita dell’occupazione, ma si prosegue a ignorare il problema dell’insicurezza, della povertà, della scarsa qualità del lavoro, e questo è un danno per il presente, ma anche per futuro delle persone”.
“Per cambiare questo Paese, per rimettere al centro i diritti e la libertà delle persone, continueremo nell’iniziativa sindacale, a partire dai quattro quesiti referendari promossi dalla Confederazione per un lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro”, conclude Gabrielli.