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“I nodi sono venuti al pettine: non solo crolla l’occupazione in Liguria, ma siamo anche la regione del nord ovest con la performance peggiore” così Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria commenta i dati Istat sull’occupazione in Liguria relativi al secondo trimestre 2024 “L’andamento altalenante dell’occupazione dimostra come in Liguria persistano problemi strutturali nei diversi settori produttivi che si scaricano sulla qualità del lavoro caratterizzata da forte precarietà, bassi salari e lavoro povero. La Liguria deve essere sottratta da questa condizione con politiche mirate che portino, ad esempio, alla destagionalizzazione del turismo. Solo politiche finalizzate e investimenti possono garantire stabilità al sistema produttivo e qualità dell’occupazione”.
Secondo le elaborazioni del responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria Marco De Silva su dati Istat, nel secondo trimestre di quest’anno la Liguria perde circa 15 mila occupati “Dopo tre anni di continua crescita, i dati indicano un forte calo dell’occupazione ligure del -2,3%, in controtendenza con un aumento diffuso tra le altre regioni del Nord-Ovest (+1,1%) e a livello nazionale (+1,6%)”.
Dalle elaborazioni emerge un calo degli occupati di -15.029 unità rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente (dato tendenziale), occupati che sono stimati in 642.451 (-2,3%); il dato è il frutto della forte contrazione dei lavoratori indipendenti che perdono 22.805 occupati pari al -14,3%; tra i settori la performance peggiore è quella dei servizi che perdono 22.958 occupati pari al -4,6% (480.832 occupati nel macro-settore che rappresenta il 76,6% dell’occupazione ligure); tra i generi sono ancora una volta le donne a registrare un dato negativo con una contrazione del 3,3 per cento pari -9.362 occupate.
“Il fallimento delle politiche infrastrutturali e produttive è sotto gli occhi di tutti e i dati lo dimostrano – conclude Calà – sinchè questa regione continuerà a non investire sul lavoro e sui settori produttivi che riescono a creare valore aggiunto come l’industria e la portualità, favorendo la realizzazione delle infrastrutture, difficilmente si riuscirà ad invertire la tendenza. Chi si candida a governare la Liguria dovrà decisamente cambiare registro”.