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Ddl sicurezza: Cgil, grave art. 14, mina libertà di manifestare e conferma modello di Paese autoritario del Governo

“Di pagine oscure questo Governo ne ha già scritte diverse, ma quella di ieri è stata una giornata in cui il fondamento stesso della partecipazione alla vita democratica del Paese è stato messo in discussione. L’articolo 14 del ddl sicurezza è una norma pensata e voluta per colpire in maniera indiscriminata chi esprime il proprio dissenso alle scelte compiute dal Governo o derivanti da crisi occupazionali, anche in maniera pacifica ma con determinazione”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione commenta l’approvazione della Camera dei deputati, in prima lettura, dell’art. 14 del disegno di legge sulla sicurezza, che prevede fino a due anni di carcere per chi fa blocchi stradali o occupa sedi stradali o ferroviarie in occasione di manifestazioni”.
Per la dirigente sindacale “attivisti, studenti, lavoratori, sono tutti nel mirino della maggioranza che intende punire chi si oppone o chiede condizioni di vita e di lavoro migliori. Quando si tratta di reprimere le lotte sociali – sostiene – questa maggioranza dimostra tutta la sua compattezza, nuovi reati e inasprimento delle pene per chi si oppone a fronte della cancellazione dei reati messi in atto dai colletti bianchi contro la pubblica amministrazione, che condizionano la vita di tutti”.
“È grave quanto sta accadendo in Italia con la deriva securitaria e autoritaria che i provvedimenti dell’Esecutivo indicano, incapaci di dare risposte ai bisogni reali dei cittadini, alle diseguaglianze sociali, reprimono chi manifesta contro queste scelte. L’orientamento del Governo – prosegue la segretaria confederale – è stato chiaro fin dai suoi primi atti. Il decreto rave, il decreto Caivano, la legge 50, il disegno di legge sulla sicurezza, la proposta di una norma che prevede fino a 27 anni di carcere a chi si oppone alle cosiddette grandi opere strategiche, hanno tutti il segno dell’autoritarismo funzionale a un’idea di Paese e della società che viene delineato nei progetti di autonomia differenziata e premierato”.
“Come Cgil – conclude Ghiglione –  esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questo modello di Paese divisivo e autoritario che mette a rischio la democrazia”.
cgil.it