I dati Inps confermano l’aumento della precarietà del lavoro in Liguria. Marante (Cgil) “necessario un cambio di rotta: bisogna investire per la buona occupazione”
Nel pomeriggio di ieri a Genova è stato presentato il rendiconto sociale dell’Inps in Liguria alla presenza del Presidente del Comitato Indirizzo e Vigilanza nazionale Roberto Ghiselli. Un momento importante in cui sono stati rivelati i dati economici relativi all’attività dell’ente sul territorio e i dati del mercato del lavoro e pensioni in Liguria. La Cgil ha ribadito l’importanza dell’ente dal punto di vista sociale sul territorio per rispondere ai bisogni di lavoratrici, lavoratori, pensionati, pensionate e disoccupati, anche attraverso un rinnovato rapporto con il Patronato. E’ necessario confermare i presidi e rilanciare una seria politica di assunzioni che sia preceduta da una strutturale mappatura delle carenze d’organico, sede per sede, agenzia per agenzia, anche per superare i ritardi che permangono in termini di erogazione di alcune prestazioni nella regione.
Dai dati relativi al mercato del lavoro emerge la necessità di un intervento urgente per abbattere precarietà, lavoro nero e grigio, favorendo una maggiore qualità e stabilità occupazionale. Come spiega Fabio Marante Segretario Cgil Liguria “si tratta di una condizione che caratterizza il mercato del lavoro in generale e quello ligure in particolare”. Come si evince dal report nel 2023 diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato che passano da 38.223 del 2022 a 37.653, e aumentano i lavoratori stagionali da 28.553 dell’anno precedente a 29.605. Il lieve aumento delle entrate contributive in Liguria è determinato dal rinnovo di alcuni contratti collettivi nazionali più che dall’effetto positivo dell’incremento occupazionale che comunque rimangono inferiori alla media nazionale e al dato inflattivo. Calano inoltre gli ispettori in Liguria e aumenta di oltre il 30% il numero di lavoratori irregolari rispetto al 2022. In materia pensionistica, gli slogan del Governo sono smascherati dal dato relativo a quota 103 che in Liguria, nel 2023 ha riguardato 905 lavoratori e lavoratrici, contro i quasi 4 mila di quota 100 dell’anno 2021.
“Quanto emerge rispetto al mercato del lavoro in Liguria conferma la necessità di un cambio di rotta, investendo in politiche per la buona e stabile occupazione come abbiamo evidenziato nei mesi scorsi attraverso la raccolta di firme per la presentazione dei quattro referendum abrogativi sui temi del lavoro sui quali i cittadini saranno chiamati a esprimersi nella prossima primavera” conclude Marante.
Cgil Liguria