Il modello Genova non esiste
Il modello Genova non esiste: non è ripetibile tanto è vero che non è applicato a tutti gli appalti pubblici a Genova.
Dopo due anni di inaugurazioni Genova e la Liguria avranno nuovamente il Ponte, o meglio il viadotto Polcevera poiché sono arrivate tutte le risorse necessarie per realizzare l’opera nei tempi previsti nel rispetto delle norme di sicurezza attraverso successivi accordi sottoscritti dal sindacato.
In questo ottica è evidente che sia sbagliato derogare il codice degli appalti secondo il principio che le lungaggini siano causate dalla burocrazia. Anzi occorre investire nella pubblica amministrazione per dotarla di risorse in grado da rendere sempre più efficaci le stazioni appaltanti del nostro Paese.
Eliminare i controlli significa cancellare i certificati antimafia con particolare rischio di infiltrazioni del malaffare. Pare che certa politica non abbia imparato nulla dall’esperienza della Legge Obiettivo di berlusconiana memoria: incremento dei reati, crescita della illegalità e delle opere incompiute.
Non è derogando le regole che si faranno le grandi opere. A Salvini e al centrodestra si chiede rispetto per le vittime della tragedia del Ponte Morandi e per tutti i lavoratori che hanno permesso grazie alla loro professionalità, giorno e notte anche durante il lockdown, la possibilità di terminare l’opera utile per l’economia del nostro Paese.