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Esattamente un anno fa a Palazzo San Giorgio si svolgeva la cerimonia della posa della prima pietra della nuova diga foranea del Porto di Genova. Oggi ci risiamo, anche se a essere “posata” non è una pietra ma un cassone: il primo di circa un centinaio e, se queste sono le premesse, ci aspettiamo che le inaugurazioni non lascino tempo alla realizzazione dell’opera che ha già accumulato ritardi importanti.

Nemmeno l’inchiesta che sta sconvolgendo la Liguria è riuscita a mettere un freno alla politica degli annunci nella quale l’immagine diventa sostanza e oggi a tenere banco è l’ennesima cerimonia. Eppure il Ministero delle Infrastrutture avrebbe molto da fare, a maggior ragione in un momento in cui ci sarebbe bisogno di decisioni politiche per garantire la piena funzionalità delle istituzioni e il governo dei processi economici e degli appalti. Bisogna garantire la funzionalità del Porto e delle opere che sono in corso e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che vi gravitano.

In una fase di transizione così delicata dove c’è bisogno di certezze, ci aspettiamo di essere convocati, non per assistere ad una cerimonia, ma per un confronto tra il Ministero e le parti sociali: Genova e la Liguria meritano di più ed è arrivato il momento di affrontare le sfide del futuro con la necessaria serietà.

Cgil Genova e Liguria