image_pdfimage_print

Presenti alla conferenza stampa Giorgia Vallone, Filcams Cgil, Mirko Talamone, Fisascat Cisl e Giacomo Battistelli, Uiltuscs Uil.

È ora dello sciopero! Il contratto ci spetta. Commercio, Turismo e Servizi il 22 dicembre in piazza. Giornata di stop con manifestazione a Milano.

Il percorso di mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi per denunciare la rottura delle trattative per il rinnovo dei CCNL sfocerà nello Sciopero nazionale del 22 dicembre prossimo.

Alla Spezia parliamo di un settore che complessivamente cuba 66mila addetti (15mila commercio, alberghi e ristoranti e 51mila altre attività e servizi), rappresentando il 76% della forza lavoro in provincia (agricoltura 1%, industria manifatturiera 17%, costruzioni 6%). Dati riferiti al 2022 a cura dell’Osservatorio Terziario dell’Ente Bilaterale territoriale del terziario distribuzione e servizi.

A livello nazionale sono oltre 5 milioni le lavoratrici e i lavoratori del commercio, dei vari comparti del turismo e della ristorazione che hanno il Contratto nazionale scaduto da troppi anni. Una situazione insostenibile, dovuta alle posizioni delle associazioni datoriali e delle imprese che non vogliono riconoscere aumenti retributivi necessari a contrastare l’inflazione, e pretendono di manomettere diritti acquisiti, come scatti di anzianità, quattordicesima, permessi retribuiti, per elencarne alcuni, chiedendo interventi per aumentare la flessibilità, in settori dove invece servono, come richiesto unitariamente da Filcams, Fisascat e Uiltucs, orari che permettano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, norme per il contrasto alla violenza di genere e di sostegno alla genitorialità, misure per contrastare la precarietà, a partire dal consolidamento e aumento dell’orario contrattuale per i tanti part time involontari presenti.

Aziende, grandi gruppi, multinazionali, del commercio, della ristorazione, del turismo, che nel corso degli ultimi anni, grazie soprattutto ai propri dipendenti, hanno potuto gestire trasformazioni, riorganizzazioni, definire e consolidare la loro presenza nel nostro mercato e, soprattutto, hanno potuto assicurarsi utili frequentemente eclatanti. Associazioni datoriali e imprese, private e cooperative, che, invece di dare il giusto e dovuto riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori, considerano il rinnovo del CCNL una variabile dipendente solo dai propri interessi e convenienze economiche e organizzative.

In questo periodo di mobilitazione in molte realtà le aziende hanno fatto di tutto per “convincere” le lavoratrici ed i lavoratori a non partecipare allo sciopero; vere e proprie pressioni, tanto è vero che come sindacati a livello locale e regionale abbiamo inviato ai datori di lavoro una lettera di diffida per salvaguardare il diritto di sciopero per le lavoratrici ed i lavoratori del settore.

Quando non si rinnovano per un lasso temporale così rilevante tanti e tali contratti nazionali di lavoro e la dilazione di anno in anno diviene la regola e la strategia delle associazioni datoriali, non soltanto si mettono in discussione valore, funzione e ruolo del Contratto Nazionale e della contrattazione collettiva, ma si compromettono interi assetti relazionali, essenziali per la tenuta economica e sociale del nostro Paese.