Le precisazioni “imprecise” della Regione. La risposta Cgil al comunicato della Regione Liguria
In Liguria non va tutto male. Ci sono anche cose che funzionano e che lasciamo alla propaganda politica. La funzione di chi amministra da un lato e del sindacato dall’altro è di guardare a ciò che non funziona, perché dietro ci sono persone che soffrono.
I dati sul lavoro elaborati dall’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria sono tratti da fonti ufficiali non contestabili e cioè l’Istat per l’occupazione e l’Inps per le assunzioni.
Alcune brevi considerazioni su tutte:
- – i nuovi assunti sono lavoratori subordinati e non rientrano negli indipendenti e quindi, il dato dell’87,5 per cento dei nuovi assunti, è riferito al lavoro precario e riguarda esclusivamente quello dipendente. Nel lavoro indipendente in Liguria ci sono due problemi: il primo è che è cresciuto in maniera abnorme rispetto alla media del nord ovest e a quella nazionale e il secondo, che la Regione condivide con la Cgil, è che una parte del ricorso alle partita iva servono a mascherare lavoro dipendente, andando di fatto ad incrementare i numeri di quello precario subordinato.
- La Liguria è fisicamente collocata nel nord ovest e la geografia non è, almeno sinchè non passa l’autonomia differenziata, confutabile e il nord ovest non è solo pianura Padana. La Liguria è perfettamente inquadrabile quindi per struttura sociale economica e produttiva al Nord Ovest, tanto che la macro area è una delle voci utilizzate dalla statistica. Infine, si sottolinea che, diversamente da quanto sostenuto dalla Regione, l’economia ligure non si basa principalmente sul turismo: l’occupazione in Liguria non vede il commercio-turismo quale primo comparto, ma bensì le altre attività dei servizi che rappresentano la metà dell’occupazione complessiva della Liguria.
- Infine, rispetto ai voucher, la fonte da consultare, da almeno un decennio, è l’INPS.
Cgil Liguria