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All’incontro nazionale con Cgil Cisl Uil, il Governo non ha prodotto alcun documento ma ha sostenuto che mai come quest’anno le risorse dedicate alla salute dei cittadini siano aumentate. Non è così, e quando saranno noti i dettagli della manovra si scoprirà la vera entità dei tagli. Solo per adeguare il capitolo sanità all’aumento dei prezzi sarebbero necessari tra i 5 e i 6 miliardi che invece mancano all’appello. Il definanziamento del fondo sanitario nazionale programmato dal governo Meloni, infatti, passerà dal 6,9 per cento del PIL del 2021 al 6,1 per cento del Pil nel 2026 e con i tre miliardi in più promessi dal Governo non si coprirà nemmeno l’inflazione. I tre miliardi promessi, ben lontani dal coprire il buco dei 6 mancanti, sono destinati agli aumenti contrattuali per il personale della sanità (2,3 miliardi) e il resto (700 milioni) per abbattere le liste d’attesa. Anche in questo caso si è alla politica degli annunci. Per abbattere le liste attesa sarebbero necessari interventi strutturali, assunzioni di nuovo personale ecc. Invece queste risorse, per stessa ammissione del Governo, andranno a beneficio della diagnostica del privato a danno del pubblico e favoriranno la fuga dei medici dal servizio sanitario pubblico. Ecco perché tra le motivazioni degli scioperi generali proclamati da Cgil e Uil c’è anche la contrarietà al taglio del fondo sanitario, la necessità di un piano straordinario di assunzioni, la difesa del diritto alla salute. Il taglio avrà pesanti ricadute anche in Liguria dove sulle liste d’attesa si è già in grande sofferenza: su 14 prestazioni sanitarie prese in esame nelle diverse Asl liguri dal 2019 al 2023, nella Asl 1 si assiste ad un aumento percentuale dei tempi di attesa nell’85,7% dei casi. In Asl 2 del 92,9%; in Asl 3 (escluso San Martino) e Asl 4 dell’85,7 per cento; in Asl 5 del 71,4%. La carenza di risorse a livello nazionale avrà conseguenze su tanti servizi dai livelli essenziali di assistenza, alle case e ospedali di comunità, l’integrazione socio-sanitaria, l’assistenza domiciliare integrata e la presa in carico della non autosufficienza. Nei prossimi anni la quantità e la qualità degli investimenti in sanità farà la differenza a partire dal nodo personale. Già oggi, con il sistema dei gettonisti presente anche il Liguria, il paziente di pronto soccorso può essere assistito da un qualunque specialista anziché incontrare un traumatologo, un anestesista o un rianimatore. Anziché favorire le assunzioni e coprire il turn over è con la figura del gettonista che il Governo pensa di coprire nei reparti di emergenza e urgenza oltre 100 mila turni all’anno. In tutto il Paese e anche in Liguria, la Cgil ha chiesto incontri alle Conferenze dei sindaci: nel comparto socio sanitario occorrono risorse e maggiore trasparenza ed è importante che una azione in tal senso venga sollecitata in tutti i Consigli comunali con l’approvazione di ordini del giorno che chiedano alle rispettive Regioni e Province di assumere iniziative verso il Governo nazionale per stanziare quanto necessario al funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale.

Maria Pia Scandolo Segretaria regionale Cgil Liguria