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Sono 627.283 gli occupati in Liguria nel primo trimestre 2024 in aumento di 15.011 unità rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Rispetto all’ultima rilevazione disponibile però (quarto trimestre 2023), i dati Istat elaborati dal responsabile Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria Marco De Silva, rilevano un calo di 15.775 occupati pari al -2,5%. Con segno meno anche il settore industria (del quale fan parte le costruzioni) che nel primo trimestre 2024 perde 3.143 occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 132.324 occupati totali. Molto male le costruzioni che scendono a 39.046 occupati e dove gli occupati dipendenti diminuiscono di un terzo (-10.294). I servizi invece crescono raggiungendo quota 485.999 occupati “L’andamento altalenante dell’occupazione è il frutto di una precarietà sempre più accentuata: ormai tra i nuovi assunti 80 su 100 sono precari – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria – Il dato dell’occupazione non rileva più una condizione di serenità e sostenibilità economica per lavoratrici e lavoratori che spesso sono sottopagati, subiscono part time involontari o contratti di lavoro di pochi giorni”. Sul tema della precarietà la Cgil è impegnata a raccogliere le firme per poter presentare un quesito referendario specifico che cancelli la liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee “I dati del resto parlano chiaro – aggiunge Calà – il settore che cresce maggiormente è quello dei servizi, comparto dove tradizionalmente il precariato è la forma più diffusa di reclutamento. Ormai i tre quarti di chi vive in Liguria è occupato nei servizi, mentre il settore industria e soprattutto le costruzioni perdono terreno: puntare tutto su un unico comparto va a scapito del valore aggiunto che esprimono i settori produttivi tradizionali e rappresenta una forma di miopia politica e una deriva pericolosa che denunciamo da tempo”