OGGI A GENOVA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“LA STRAGE SILENZIOSA. GENOVA E I MORTI D’AMIANTO, STORIA DI UNA BATTAGLIA OPERAIA”
Oggi, presso l’Auditorium del Teatro Carlo Felice, è stato presentato il libro “La strage silenziosa. Genova e i morti d’amianto, storia di una battaglia operaia”. La Camera del Lavoro Metropolitana di Genova ha deciso di pubblicare questo volume per diverse ragioni. La prima, per far conoscere l’immensa tragedia operaia che ha coinvolto la nostra città, con migliaia di decessi per esposizione all’amianto. La seconda per ridare dignità a quanti hanno subito l’inchiesta della magistratura che è durata quasi 10 anni e che ha inquisito non chi ha avuto la responsabilità di tanti morti, ma le vittime. La terza per ricostruire la storia di una battaglia operaia e quella della Cgil nel portarla avanti. La quarta per conoscere la verità e ottenere giustizia.
Nel luglio 2014 Cgil e Fiom hanno presentato un esposto in Procura nel quale sono stati riportati i dati del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (Renam) istituito presso l’Istituto Tumori di Genova; tra il 1994 e il 2010 il Renam ha censito 1.845 casi di mesotelioma pleurico provocati dall’esposizione all’amianto. Di questi, 1.528 sono uomini e 317 donne. Nell’industria genovese, il maggior numero di casi è stato registrato, nel periodo considerato, tra i lavoratori Ansaldo e Ilva, ma non bisogna dimenticare altre grandi aziende, ormai dismesse, dalla Stoppani all’Italimpianti, la miriade di piccole aziende soprattutto edili, quelle portuali.
Questo è un libro crudo dove i racconti di vita operaia si intrecciano con quelli legati all’inchiesta, un libro che fa parlare anche chi non c’è più e che tenta di ricostruire in modo semplice e diretto una storia che nasce nella Genova del dopoguerra e che arriva sino ai giorni nostri. La storia è quella di una città legata al suo Porto e alla storia delle Partecipazione Statali, la grande industria che fece di Genova una delle tre città del triangolo industriale, insieme a Milano e Torino. Quella storia è finita da tempo, ma la vocazione industriale resiste e con essa la classe operaia e portuale che ancora è motore trainante dell’economia, non solo locale. Il testo fotografa una realtà complessa, a partire dagli anni cinquanta, quando i prodotti di amianto vengono utilizzati in maniera diffusa e che non termina con la sua messa al bando, ma va oltre sino ad arrivare ad oggi.
Secondo gli ultimi dati disponibili al momento della pubblicazione del volume, dal 1996 al 2015, i decessi provocati dall’amianto sono stati 2.571 con un incremento medio annuo di 130 nuovi malati, facendo verosimilmente alzare il contatore dei malati a quota 3 mila.
Ecco perché è difficile raccontare la storia contenuta in questo libro, narrazione che abbiamo volutamente affidato alle sapienti mani di due giornalisti, Marco Grasso e Marcello Zinola, che attraverso il racconto delle storie personali e la ricostruzione della vicenda giudiziaria, hanno smascherato quella che per troppi anni è stata pensata come la “grande truffa”.
Rispetto all’attualità c’è ancora molto da fare. L’amianto nelle fabbriche è stato messo al bando con la Legge 257 del 1992, ma questo ha risolto solo parzialmente il problema e la battaglia non è ancora terminata. Il sindacato, la Cgil, continuerà a fare la sua parte, ma occorre che anche la politica faccia la sua perseguendo gli obiettivi legati alla salute pubblica. E’ importante rilanciare l’impegno per potenziare le attività creando posti di lavoro e liberando definitivamente i territori dall’amianto rafforzando le misure di prevenzione a tutela dei lavoratori esposti, affermando un sistema sanitario di cura omogeneo ed efficace su tutto il territorio nazionale, creando sinergie tra i più rinomati centri di ricerca universitaria ed ospedalieri del paese garantendo un adeguato finanziamento per sostenere la ricerca per la cura del mesotelioma, per potenziare la rete dei Cor (Centri Organizzativi regionali) che fanno a capo al Renam (Registro nazionale dei mesoteliomi), per una efficace analisi e contrasto ai tumori professionali per consolidare e migliorare le prestazioni del Fondo Vittime Amianto, per individuare nuove soluzioni capaci di ridurre il notevole contenzioso sugli aspetti previdenziali e di indirizzo. Tra i protagonisti del cambio di passo dell’intera vicenda dell’amianto a Genova si sono proprio loro: i dati. Uno dei momenti emblematici e probabilmente di svolta nella vicenda amianto è stata la contro inchiesta effettuata dagli operai che hanno iniziato a raccoglierli insieme alla tanta documentazione più o meno disponibile mettendo in evidenza la grande contraddizione della vicenda genovese: le fabbriche dove “pressava” più forte l’inchiesta della magistratura erano quelle che avevano avuto più morti per l’esposizione all’amianto. I dati raccolti sono stati prima resi pubblici e poi inseriti, nel 2014, nell’esposto presentato alla Procura della Repubblica da Camera del Lavoro e Fiom Cgil. Sono state più di 50 le manifestazioni e i cortei e diverse le occupazioni di edifici pubblici tra cui le sedi Inps, Inail, senza risparmiare la Regione Liguria e nemmeno il Tribunale; ma era necessario farlo, per ridare i diritti ai lavoratori e per ridargli dignità ripristinando l’ordine dei valori e sovvertire l’idea che se non eri morto avevi truffato.
Camera del Lavoro Metropolitana di Genova