Operatori sociosanitari: Cgil: “La salute è un bene comune: basta corsi a pagamento”
La Funzione Pubblica Cgil e la Cgil Liguria chiedono alla Regione di rivedere le condizioni di accesso alla formazione di chi vuole ottenere i titoli per diventare operatore socio sanitario. Allo stato attuale i corsi da sostenere sono a titolo oneroso con cifre che superano di gran lunga i 2 mila euro a studente, condizione che preclude l’accesso a molti. L’atavica carenza di personale ha mostrato tutta la sua drammaticità soprattutto nel periodo pandemico quando all’emergenza quotidiana si è sommata quella legata al covid-19. A questo proposito la Cgil ha posto la questione questa mattina in occasione della Commissione regionale sulla sanità convocata in video conferenza, appuntamento che tra i vari punti ha trattato anche la questione delle procedure di assunzione dell’operatore sociosanitario “Da tempo sollecitiamo la Regione a modificare le condizioni di accesso alla professione: molte persone non hanno la possibilità di sostenere costi così elevati con il risultato che in tanti rinunciano in partenza – commenta Diego Seggi Segretario regionale Fp Cgil – alla Regione abbiamo chiesto di intervenire con fondi propri o comunque con agevolazioni che consentano a tutti di intraprendere i corsi. A breve, con l’effettuazione dei concorsi pubblici si assisterà ad una emorragia di personale dal sistema privato a quello pubblico con gravi ripercussioni su una utenza fragile e sull’intero sistema sociosanitario regionale”.
Nel corso della riunione la Fp Cgil ha denunciato il paradosso legato anche alla condizione di reclutamento del personale infermieristico “La scarsa programmazione dei fabbisogni e le criticità riguardo lo svolgimento dei concorsi banditi e poi bloccati, svolti per la Regione da Alisa, di fatto ha impedito ai singoli Enti di fare concorsi sulla base delle esigenze programmatorie delle singole Asl territoriali – conclude Seggi – il risultato è che oggi non abbiamo nemmeno gli infermieri per sostituire chi va in pensione.
Al termine dell’incontro è stato chiesto un tavolo di confronto urgente che veda rappresentati i problemi degli operatori pubblici e privati e la tenuta dei servizi in questo momento di emergenza e per programmare il futuro.