Pronto soccorso in codice rosso: mobilitazione regionale della Cgil
A sostegno della sanità pubblica e in vista della manifestazione nazionale che vedrà la Liguria partecipare compatta all’appuntamento del 24 giugno a Roma è stata organizzata una mobilitazione regionale che partirà il 15 giugno a Genova alla quale seguiranno le manifestazioni di La Spezia il 4 luglio, l’11 luglio Sanremo, il 18 luglio a Savona.
Sono stati ben 433 mila gli accessi ai pronto soccorso liguri nel 2022 con un trend che per il 2023 è già stimato in aumento. Sono numeri importanti soprattutto se si confrontano con la popolazione di un milione e mezzo di abitanti, la stagione estiva alle porte e l’afflusso di turisti, l’immancabile emergenza caldo che colpisce soprattutto la popolazione anziana. Sono proprio gli anziani che a causa della mancanza di strutture sul territorio e la carenza di medici di medicina generale, trovano l’unica risposta al bisogno di salute nei pronto soccorso “E’ una situazione insostenibile che denunciamo da tempo – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria – gli anziani, così come i cronici, affollano i pronto soccorso spesso impropriamente perché altrove non trovano risposte. Soprattutto nei fine settimana si assiste ad un picco di pazienti anziani che arrivano dalle rsa perché in quelle strutture nei week end non è garantita la presenza di un medico”. Il risultato è che nei pronto soccorso si registrano tempi di permanenza infiniti che costringono gli utenti ad attese estenuanti e gli operatori a condizioni di lavoro proibitive, con forte esasperazione dell’utenza che talvolta sfocia in vere e proprie aggressioni fisiche e verbali ai danni del personale. Un altro problema della sanità ligure sono le liste d’attesa negli ospedali e nelle strutture pubbliche: a Genova per una colonscopia l’attesa per chi ha una prescrizione di tipo B (Breve) dovrebbe essere di massimo 30 giorni e invece – dato di giugno 2023 – si può arrivare sino a 91, per la D (differita) non ci sono date disponibili. Per una elettromiografia (esame indicato nella diagnosi delle malattie del sistema nervoso periferico) non ci sono date disponibili per nessun tipo di prescrizione “La situazione delle liste d’attesa è simile in tutta la Liguria – commenta ancora Calà – Non a caso i liguri spesso vanno a curarsi fuori regione con il disagio che ciò può comportare per i pazienti, ma che incide pesantemente anche sulla spesa regionale”. Recentemente la Corte dei Conti ha messo in luce come la Liguria sia tra le prime 5 regioni con saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra regioni tra il 2012 e il 2021 di – 488 milioni di euro (dato che fa della Liguria quella con il saldo peggiore di tutte le regioni del Nord). Il dato, che fotografa il costo sostenuto dalla Regione per quei liguri che non trovando soluzioni sanitarie sul territorio sono costretti a rivolgersi altrove, è uno degli indicatori che segnalano lo stato in cui versa la sanità in Liguria “Alla Regione chiediamo un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure per anziani e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano concreto di manutenzione per le strutture sanitarie” sottolinea Calà. Proprio su quest’ultimo punto in questi giorni si è fatta strada un’altra preoccupazione “Abbiamo chiesto un intervento straordinario e mirato che non può attendere i tempi delle programmazioni del nuovo Piano Socio Sanitario, ma è notizia di questi giorni che 9 progetti previsti dal PNRR saranno più costosi del previsto: per ospedali e case di comunità mancherebbero all’appello 18 milioni di euro che andrebbero ricercati a scapito di altri capitoli. Siamo molto preoccupati per la tenuta dei conti – conclude Calà – Con Cisl e Uil abbiamo inviato una richiesta di incontro alla Regione per chiarire come e da dove verranno recuperati questi fondi”.
Giovanna Cereseto Ufficio stampa Cgil Genova e Liguria